"Il giallo, il nero, il rosa. Marina di Guardo sa usare i generi come i colori di una tavolozza traendone sfumature di buon gusto, pennellando personaggi e caratteri che non si dimenticano." (Valerio Varesi) Una volta al mese Sergio Falsaperla, ginecologo cremonese, entrando nel suo studio può individuare con certezza dov'è seduta la sua paziente ideale. Vera Valenti è nel solito angolo lontana da tutti. Sempre la prima. Mai una domanda inopportuna. Incinta e senza nessuno accanto. Una notte, a causa della prematura rottura delle acque, chiamerà Sergio che la affiderà a un collega del turno di notte. Nasce una bimba che morirà poche ore più avanti gettando Vera in uno stato di attonita prostrazione. Sergio inizierà a starle vicino. Dapprima per tacitare i morsi della coscienza. Poi, sempre più attratto da quella donna solitaria e sfortunata, capace di intimità e sentimenti profondi. Insieme cominciano a sognare. Come nei disegni di Sergio da piccolo, dove il cielo era così blu da sembrare artificiale e le nubi servivano solo da decorazione. Ma la vita passata, gli errori commessi, le debolezze ormai croniche riemergeranno. E, alla fine, presenteranno un crudele conto da pagare.
Avvincente e stilisticamente perfetto, si presenta come la sintesi armoniosa di diversi generi letterari. Contiene, innanzitutto, le caratteristiche del romanzo di formazione nella sua evoluzione moderna, nel senso che non si limita a seguire lo sviluppo del personaggio dallinfanzia verso la maturità e l'età adulta, allo scopo di promuoverne l'integrazione sociale, ma viviseziona le emozioni, i sentimenti, i progetti, gli impulsi, analizzandone lorigine interiore. Proprio attraverso una sorta di autoanalisi, il protagonista esamina il proprio percorso soggettivo che lo conduce alla consapevolezza del reale. La ricerca di sé avviene attraverso il monologo interiore, in quanto lautrice riproduce direttamente il flusso di pensieri che si svolgono nella mente del personaggio. Solitamente, in racconti scritti in prima persona, il soggetto narrante si abbandona allimmediato movimento dei suoi pensieri. In questa narrazione in terza persona, Marina Di Guardo introduce il discorso interno della mente del protagonista sia attraverso luso delle virgolette, sia attraverso lo stile indiretto libero di formazione, dimostrando una sicurezza notevole che la pone sullo stesso livello dei migliori scrittori. Il testo accoglie anche i tratti peculiari del romanzo dambiente, poiché sottolinea con particolare risalto latmosfera sociale che costituisce lo sfondo della vicenda, allo scopo di rappresentare la vita che si svolge nella sua realtà. Tuttavia, è prevalente lappartenenza dellopera al genere psicologico, in quanto è privilegiato il coacervo di tensioni, conflitti, lacerazioni dei vari personaggi. Il noir sinsinua nella trama con atmosfere cupe e tenebrose, né mancano descrizioni erotiche che non si banalizzano mai nella volgarità. Lelemento principale, che rende questo romanzo superlativo, è latmosfera di tensione che inchioda il lettore alla pagina. Nulla appare scontato e lapprodo verso un finale sorprendente e inimmaginabile è il dono meritato di unattenzione che non consente distrazione.
Angela Rizzo scrittrice
Non mi spezzi le ali
merlianna - 30/04/2014 18:14
3/
5
Ho comprato in questi giorni l'ultima fatica della scrittrice Marina Di Guardo "Non mi spezzi le ali" e come il romanzo d'esordio anche questo secondo libro mi è piaciuto molto sia per la trama avvincente ed appassionante, con tanto di colpo di scena finale, e sia per la scrittura scorrevole ed incisiva, che non annoia mai il lettore. L'autrice rispetto al primo testo "L'inganno della seduzione" è però, secondo me, molto maturata dal punto di vista stilistico ed affronta le varie tematiche con maggiore consapevolezza e capacità d'introspezione. Ammiro anche il grande coraggio dimostrato nel scegliere come protagonista un personaggio maschile dalla personalità complessa e ricca di sfaccettature, scelta non così semplice e scontata per una scrittrice alle prime esperienze. Ne è uscita un'immagine molto verosimile, tangibile e reale tanto che sembra di aver incontrato nella propria vita "un Sergio" uomo affermato e rispettato sul lavoro ma che nel privato si rivela spesso meschino e contraddittorio, con molti problemi irrisolti. Belle anche le locations della vicenda e cioè Cremona, città di provincia con un cuore pulsante di vitalità e l'Alpe di Siusi spettacolare per i suoi spazi incontaminati e gli incomparabili silenzi. Che altro aggiungere? Leggete "Non mi spezzi le ali" un libro così incalzante e seducente dal quale si potrebbe trarre un film struggente e mozzafiato.
Non mi spezzi le ali
sarapedrini - 12/04/2014 11:48
1/
5
Pessimo libro. Trama noiosissima e banale. Scritto malamente con stile altalenante ed inutilmente volgare.
Non mi spezzi le ali
marinacannella1959 - 30/03/2014 19:52
5/
5
"Non mi spezzi le ali" l'ho letto tutto d'un fiato! Non potevo fermarmi...
Scritto con durezza da chi la vita la conosce bene ma con la gioiosità di chi la ama incondizionatamente,anche questa volta l'Autrice si addentra nei meandri della psiche umana,scavando nelle profondità più recondite,riportando in superficie traumi mai superati.
Crea con magistrale abilità atmosfere dal sapore noir,adombrando i personaggi e catapultando il lettore in una dimensione nella quale sarà travolto da un'ondata di emozioni contrastanti...
Fino all'epilogo,quando un metaforico grido spietato di libero arbitrio,inesorabilmente scioglierà tutti i nodi e il protagonista dovrà fare i conti con l'efferatezza e l'empietà del suo passato.
Un'eclettica Scrittrice che ha mescolato generi diversi dando vita ad un romanzo che ci farà riflettere.
angela rizzo - 24/04/2015 17:12
merlianna - 30/04/2014 18:14
sarapedrini - 12/04/2014 11:48
marinacannella1959 - 30/03/2014 19:52