Di fronte alla malattia più temuta, il punto di osservazione di Marina Sozzi che ha vissuto direttamente questa esperienza e, contro stereotipi consolidati, ne scrive da anni con competenza e sensibilità.
"Questo libro aiuta a capire perché noi non siamo la malattia che ci portiamo dentro. Siamo belli con le nostre fragilità. Come è vero quando cantava Fabrizio De André:'Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior'." Nadia Toffa
"Come hanno raccomandato Atul Gawande e Rita Levi Montalcini, quella del medico è una professione che ha a che fare non con la semplice sopravvivenza (l'aggiunta di giorni alla vita), ma con il benessere (l'aggiunta di vita ai giorni)."
Siamo persone o referti medici? Alcune ricerche hanno evidenziato che un medico ascolta i suoi pazienti senza interromperli, quando gli raccontano per la prima volta il loro malessere, per meno di venti secondi. L'oncologia italiana è di eccellente qualità dal punto di vista dei risultati clinici ma c'è molto da fare soprattutto per quanto riguarda l'attenzione globale per il paziente e per i suoi familiari, il suo coinvolgimento nelle decisioni, il sostegno psicologico e sociale. Non bastano i protocolli. Una diagnosi buttata lì senza attenzione per chi la riceve depriva il malato della sua umanità.
Il libro di Marina Sozzi aiuta a prendersi cura di se stessi in rapporto alla propria vita, ai familiari e al personale medico. La malattia non è un alieno e nemmeno un mostro, ma è parte di noi, non è una colpa averla e si può vincere solo in un contesto amichevole e appropriato.
Contro ciarlatani e alternativi illusionisti, ma anche contro protocolli troppo rigidi e le logiche commerciali della ricerca farmaceutica, non sempre compatibili con la migliore prassi clinica e le tasche dei pazienti meno abbienti, Non sono il mio tumore accorcia le distanze tra malati e medici, nella consapevolezza che vivere la malattia e la morte dignitosamente è anche un modo per aiutare chi rimane.