Nel caldo torrido dell'estate cilena, Carmen Lewis Avila, scrittrice di grande successo, scompare. La polizia archivia il caso ma Rosa Alvallay, investigatrice privata, ottiene l'incarico di ritrovarla. Rosa non è una persona molto appariscente: è sui cinquanta, classe media, due figli e un divorzio alle spalle. Eppure, nonostante questa sua apparente mediocritas, capisce che il segreto di Carmen e l'enigma della sua scomparsa potrebbero celarsi nei suoi romanzi che riflettono le pulsioni di un'anima inquieta. L'indagine rivela molte cose della scrittrice: è istintiva, innocente, sempre a disagio nel mondo, tormentata dall'abbandono. La sua infanzia è stata segnata dall'irrequietezza dei suoi genitori, due hippy sempre in fuga sino all'approdo in India. Poi si innamora di una serie di uomini impossibili o sbagliati e cerca di esorcizzare la vita scrivendo polizieschi. Infine incontra Tomas Rojas, rettore universitario, uomo-certezza, uomo-rifugio. Ma l'insoddisfazione, l'inadeguatezza, la nostalgia della vera passione non si placano e la voglia di cambiamento e rigenerazione diventa insostenibile. Ed è a questo punto critico della vita che Carmen scompare senza lasciare traccia.
Ognuno di noi , in ogni romanzo, in ogni storia, cerca qualcosa di sè, riconosce in ciascun personaggio un pezzetto della propia storia e della propia anima. Ecco, Marcela Serrano mi ha permesso, attraverso la storia di Rosa e Carmen di catturare qualcosa di me. Una trama ''gialla'' che è solo un pretesto per scandagliare l'anima femminile, scoprire in ogni piega dei comportamenti l'essenza stessa della femminilità e della quotidiana lotta per far emergere se stesse al di là delle convenzioni sociali che ci relegano ad un ruolo ben definito di madri, mogli, amanti. Ruoli che però talvolta ci soffocano e da cui tentiamo, almeno con la fantasia, di sfuggire. Per questo ho parteggiato per Carmen e per la sua coraggiosa decisione di ''sparire'' dal mondo, perchè ognuna di noi, scommetto, ha avuto almeno una volta questa tentazione.
Daniela C.
Nostra Signora della solitudine
Anonimo - 12/01/2005 17:50
3/
5
Per una appassionata di Marcela Serrano forse non è il massimo, ma si legge volentieri e comunque si ha voglia di arrivare in fondo per districare il mistero
Nostra Signora della solitudine
Anonimo - 19/01/2004 16:31
1/
5
Bruttino. Trama debole. Senza emozioni autentiche. Giallo assolutamente pretestuoso. Per inciso - opinione personale - credo vi sia un po'la moda di sopravvalutare gli autori sudamericani.
Nostra Signora della solitudine
romina toscano - 26/12/2003 12:27
4/
5
quando ho cominciato a leggerlo ho pensato che fosse uno tra i tanti gialli e mi ero sorpresa che marcela avesse intrapreso una strada così usuale; eppure ancora una volta mi ha piacevolmente stupito col suo scrivere così semplice e naturale; ancora un'altra buona prova per questa scrittrice dalle mille sfaccettature. lo consiglio a tutti
Anonimo - 03/09/2005 05:05
Anonimo - 12/01/2005 17:50
Anonimo - 19/01/2004 16:31
romina toscano - 26/12/2003 12:27