Un'ipotesi dell'autore - una giustificazione per un modo di raccontare così allusivo - è che questo libro potrebbe servire da guida per un amante di percorsi incongrui. E vi è certo dell'incongruo in questa ricerca di un amico disperso, ombra di un passato segnato, s'indovina, da una qualche definitiva rottura; in quest'India conosciuta solo nelle camere d'albergo, negli ospedali, e che pure balugina attraverso i colloqui essenziali con profeti incontrati sui pullman, con gesuiti portoghesi, con agnostici di una società teosofica. Ma è un'incongruità che dall'esplicitarsi di suggerimenti, da concomitanze che si rivelano necessarie, si riordina a metodo. E' il lato notturno e occulto delle cose il tema di "Notturno indiano".
Un viaggio dentro l'India descritto in poche pagine. Una viaggio intrapreso alla ricerca dell'amico Xavier, disperso in India da tempo. E forse non solo un viaggio all'esterno, ma anche un viaggio dentro se stessi. Alle pagine descrittive del romanzo si contrappongono gli incontri, le tappe e i ricordi del protagonista Roux. E dopo tutto questo viaggio, siamo proprio sicuri che Xavier voglia essere trovato? E Roux vorrà trovare?
Alice Tinalli - 20/05/2013 21:27