"Mi chiamo Magdalena Van Beyeren. Sono io di spalle nel dipinto. Sono la moglie di Pieter Van Beyeren, direttore della Compagnia delle Indie orientali di Delft, e la figlia di Cornelis Van Leeuwenbroek. Pieter ha ricevuto l'incarico da mio padre." Così inizia il diario segreto di Magdalena, la donna ritratta alla spinetta in uno dei dipinti più famosi del Seicento olandese firmato da Emanuel de Witte. Magdalena prende forma e racconta la vita di una donna capace che avrebbe potuto succedere al padre nella direzione della Compagnia se il commercio non fosse stato appannaggio degli uomini. Così come nel dipinto era assorta nella musica, così nel diario si chiude in se stessa, e affida alla scrittura le brevi gioie dell'adolescenza e della maternità, i ricordi familiari, un'angoscia che la perseguita al calar della sera - ha assistito a un delitto in giovane età - e le amarezze degli ultimi anni.
La nostra recensione
Entrare in un quadro per descrivere la vita quotidiana delle persone ritratte: sulle orme di Tracy Chevaliere del suo "La ragazza con l'orecchino di perla", Gaelle Josse debutta cinquantenne nel romanzo,con questo piccolo gioiello che l'anno scorso ha vinto in Francia il Prix Lavinal.
Il calligrafico interno borghese del fiammingo Emanuel de Witte prende vita nel diario di Magdalena von Beyeren di Delft, che nel quadro vediamo di spalle, intenta a suonare la spinetta. Non ancora quarantenne, madre di cinque figli viventi ma angosciata al ricordo di neonati perduti, Magdalena si sente ormai esclusa dal ciclo produttivo della vita, per questo ha scelto di non mostrare il volto nel ritratto. Non ama il ruolo di ricca padrona di casa, al quale deve sacrificare il suo temperamento artistico e il talento negli affari, e nello stendere le sue memorie riflette sui rapporti con il marito e con i figli tracciando un quadro d'epoca ma anche psicologico, in uno stile d'incantevole delicatezza e rigore, degno dei migliori maestri fiamminghi.
Daniela Pizzagalli