Dopo essere passato già da tempo per "rockstar del mondo accademico", Slavoj Zizek incontra uno dei protagonisti più influenti e popolari degli ultimi decenni di filosofia: Gilles Deleuze. Un dialogo? [...]. Si tratta piuttosto di un match appassionato, ma senza esclusione di colpi. Lo sloveno guarda a Deleuze come a una figura indispensabile per la contemporaneità - tanto da ricavare dalla sua opera [...] indicazioni preziose relative ai campi della scienza [...], dell'arte (il cinema, soprattutto), della politica [...]. [...]. Giocare l'autore di Differenza e ripetizione, [...] contro il filosofo dell'Anti-Edipo e più in generale dei libri realizzati in collaborazione con Félix Guattari. Opporre il Deleuze dalle risonanze riconoscibilmente freudiane, lacaniane e persino hegeliane a quello della "produzione del desiderio" e dei relativi [...] echi marxisti. Di conseguenza, Organi senza corpo è anche un'acuta presa di posizione nei riguardi dei "deleuzismi" sbocciati in questi anni. Ma è soprattutto la (ri)scoperta, attraverso Deleuze [...], di un paradossale, nuovo e arcinoto al tempo stesso, materialismo.
Zizek è ablissimo nel prendere per mano il lettore e trascinarlo in tortuosità e riflessioni. Questa volta il cammino, difficile ed impervio, prende (di mira) Deleuze, mettendo in contrapposizione la prima parte della sua ricerca (Différence et répétition) e l'ultima (Mille plateaux) allo scopo di far emergere una nuova possibile lettura del pensiero deleuziano, nella quale è Jacques Lacan a interpretare il ruolo di padre onnipotente. Purtroppo, però, l'obiettivo viene mancato: dopo quasi 400 pagine di rimbalzi e sapienti esibizioni intellettuali, il percorso non trova un vero sbocco e sembra ripartire dall'inizio. E' l'eterno ritorno del soldato Zizek.
Stefano Maria Bevacqua - 26/05/2013 16:37