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Con Pane per i Bastardi di Pizzofalcone, Maurizio De Giovanni pubblica il sesto romanzo giallo della serie che ha per protagonista l’ispettore Lojacono, detective nella Napoli contemporanea e capo di una sgangherata quanto infallibile squadra di poliziotti. La serie riscuote da sempre un grande successo, tanto da guadagnarsi posti fissi in cima alle classifica di vendita e una trasposizione in tv interpretata da Alessandro Gassmann (nei panni di Lojacono, appunto) e diretta da Carlo Gailelei per la Rai.
Ma torniamo al libro: la squadra di Lojacono, malvista da certi colleghi ma reduce da indagini che hanno dato sorprendenti risultati, si trova alle prese con un caso davvero controverso. La scena del crimine è una panetteria, il fornaio è stato ammazzato proprio mentre era al lavoro. Le circostanze conducono gli investigatori sulla pista della criminalità organizzata. La vittima, infatti, aveva prima reso e poi ritrattato una testimonianza importante. Sul caso indaga anche persino la Dda, la Direzione Distrettuale Antimafia, i cui detective sembrano aver le idee fin troppo chiare. Ma i Bastardi non si lasciano ingannare dall’apparente limpidezza delle soluzioni, e per arrivare al movente e al colpevole preferiscono avvalersi di altri metodi e intraprendere una strada molto ma molto diversa…
In Pane per i Bastardi di Pizzofalcone Maurizio De Giovanni riesce, come al solito, a tessere la traccia principale, quella del mistero, con le vicende personali dei poliziotti della squadra, composta da uno straordinario cast di personaggi letterari (come non affezionarsi ad Aragona, Di Nardo, Romano e Pisanelli, oltre che a Lojacono?). E questa è soltanto una delle molteplici chiavi cui si deve la popolarità di una storia carica e avvincente. Una lettura obbligatoria per tutti gli appassionati di crime novel, un ottimo punto di partenza per chi ancora non conoscesse De Giovanni.
Vedi anche: i libri dei Bastardi di Pizzofalcone e i migliori romanzi di De Giovanni
"Il nuovo corso del commissariato di Pizzofalcone, quello della riconquistata fiducia e dei sorrisi e delle congratulazioni di facciata, portava con sé alcuni oneri, tra cui l’obbligo di presenza negli uffici, ventiquattr’ore al giorno, di almeno un agente. In realtà, questa avrebbe dovuto essere la norma da sempre, ma dopo la brutta faccenda dei Bastardi, che ormai risaliva a tre anni prima, il commissariato era stato commissariato, come ripeteva l’agente scelto Aragona con un’ironia che lui riteneva brillante, anche se non aveva mai riscosso da nessuno piú di una smorfia.
In fondo, da un posto di polizia dove ben quattro elementi erano stati rimossi e messi sotto processo per aver avviato una simpatica attività commerciale con la droga sequestrata, non ci si poteva certo aspettare che raggiungesse subito la piena operatività. Infatti il territorio di Pizzofalcone era stato a lungo rilevato, per cosí dire, dai presidi limitrofi, e due o tre dirigenti ambiziosi avevano immaginato la possibilità di annetterselo; ciò avrebbe determinato un incremento del personale alle loro dipendenze e di conseguenza un aumento della loro importanza: insomma una promozione facile facile, senza nemmeno alzarsi dalla sedia.
In un tale esito aveva sperato pure qualche capoccione della questura, che lo riteneva il modo piú semplice per mettere una bella pietra tombale su un episodio che aveva gettato molte ombre, e qualche infamia, su un corpo già afflitto da parecchi problemi di immagine..."
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