Parli sempre di corsa non è semplicemente un libro sulla corsa. È un libro molto intimo e autobiografico, in cui Linus racconta cosa gli succede nella mente, nel cuore e nell'anima quando smette i panni del deejay ed esce a fare una sgambata. Ci sono le tabelle, i carboidrati, le scarpe nuove, la Maratona di NewYork. C'è l'ossessione per i chilometri misurati con la precisione di un geometra svizzero, il cardiofrequenzimetro, la playlist sull'iPod e quel senso di eroica fratellanza con una marea di sconosciuti che faticano al suo fianco. Ma tutti questi luoghi comuni del corridore amatoriale sono come un tappeto musicale su cui Linus fa scorrere la sua voce per raccontare un universo di sentimenti, persone e aneddoti che ha raggiunto perché si è messo a corrergli dietro. Un universo personalissimo e molto avvincente, che l'ha cambiato nel profondo. Queste pagine intense raccontano la nascita di una passione che gli ha sconvolto la vita, migliorandola radicalmente, tanto da non poterne più fare a meno.