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Perché non mi definisco gay. Come mi sono riappropriato della mia realtà sessuale e ho trovato la pace

Daniel C. Mattson
pubblicato da Cantagalli

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Daniel un tempo credeva di "essere gay". Nato e cresciuto nel Michigan, in una famiglia cristiana, è sempre stato consapevole, fin dall'età di sei anni, della sua attrazione per gli uomini. Per anni ha vissuto in una costante tensione tra la fede in Dio e le sue attrazioni sessuali. Ma il conflitto tra i suoi desideri e gli insegnamenti della Chiesa era troppo forte, così ne dedusse di "essere gay" e iniziò una relazione con un uomo. Eppure libertà e felicità continuavano a sfuggirgli. Quelli del liceo sono anni di dubbi, di pianti, di sofferenza. E giusto definire l'identità di una persona solo in base alle sue preferenze sessuali? Etichettarsi come fossimo soltanto un prodotto delle nostre attrazioni sessuali? E corretto "definirsi gay"? Per anni, questa etichetta è stata per Dan la sua prigione. Prenderne consapevolezza lo ha reso finalmente un uomo libero: libero di accettare la sua omosessualità e non per questo sentirsi in colpa; libero di rifiutare di definire se stesso in modo riduttivo. Perché oltre la nostra sessualità, oltre ogni ideologia, esiste una verità sull'identità di ciascuno di noi: siamo fatti a immagine di chi ci ha creati, di chi ci ha amato e ci ama da sempre così come siamo. Una biografia sincera, in cui Mattson ci racconta il suo viaggio di andata e ritorno dall'identità gay e di come oggi ha finalmente ritrovato la serenità. Ma più di ogni altra cosa, la sua libertà. Prefazione del cardinale Roberto Sarah.

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