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L'inverno milanese è freddo e nebbioso, e le luci dei lampioni non bastano a rischiarare le strade di periferia dove un maniaco sessuale attende nell'oscurità le sue vittime armato di un coltello. Donne sole, che prese alla sprovvista vengono violentate e poi abbandonate alla loro disperazione. In quegli stessi giorni, in un bel giardino del centro, viene trovato il corpo di un giovane ucciso da un colpo di pistola. C'è qualche legame tra i casi di stupro e l'omicidio? E perché mai proprio l'ispettore Lucchesi, della sezione Furti e rapine del commissariato di piazza San Sepolcro, si trova coinvolto nelle indagini? Perché Andrea Lucchesi, due procedimenti disciplinari e due penali alle spalle, appena trasferito nella sede centrale da via Fatebenefratelli per colpa del suo pessimo carattere, è uno dei migliori elementi che la polizia milanese abbia mai avuto. Perché Lucchesi, arrabbiato col mondo, ma soprattutto col colore della sua pelle nera ereditata dalla madre eritrea, solitario, troppo affezionato al fumo e all'alcol, scontroso, è un uomo che, pur con le sue debolezze, non sa scendere a compromessi e per difendere il suo ideale di giustizia non guarda in faccia nessuno. Nemmeno se deve giocarsi la carriera o, peggio, la vita...
Esce la prima indagine dell'ispettore Andrea Lucchesi. In Piazza San Sepolcro, l'ispettore Lucchesi si trova ad affrontare la società che lo circonda, una società con la quale a volte gli viene difficile conciliarsi, ma soprattutto si trova ad affrontare se stesso, la sua anima in tutti i suoi risvolti, anche in quelli più profondi. Un personaggio che forse è nato un po' per caso, o forse covava sotto la cenere e prima o poi sarebbe venuto alla luce, precisa Gianni Simoni.
Gli altri personaggi da contorno sono tutte persone perbene, si capisce chiaramente da che parte stanno, ma vivono questa loro collocazione ideale, politica senza sbandierarla, senza sostenerla a spada tratta e, soprattutto, senza farne una divisa che li include, escludendo tutti coloro che la pensano diversamente da loro.
Gianni Simoni al lettore vorrebbe trasmettere lo sdegno per ogni forma di razzismo, a volte inconscio, a volte strisciante, a volte esplicito, ma che continua a connotare il nostro Paese denotandone l'arretratezza culturale. A far da sfondo la città d'adozione dell'autore, Milano. Ma la Milano descritta è una città fredda, grigia, piena di contraddizioni, una città a cui manca ancora il respiro di altre grandi città europee.
Valeria Merlini
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