Burkhart Schneider (1917-1976), docente nella Facoltà di storia della Chiesa della Pontificia Università Gregoriana, venne incaricato da Paolo VI di difendere la memoria di Pio XII, ingiustamente attaccata dal dramma "Il Vicario" di Rolf Hochhuth. Lavorando a questo compito, egli acquisì grande familiarità con il pensiero di papa Pacelli che sintetizzò nell'opera "Pio XII. Pace, opera della giustizia". Lo scritto, di non grande mole, resta a tutt'oggi il tentativo più riuscito di introdurre alla comprensione di una delle più alte intelligenze del secolo XX. Eppure gli attacchi contro Pio XII non perdono di vigore. Di qui la decisione di ripresentare il volume di padre Schneider accrescendolo di alcuni capitoli che rispondono alle obiezioni avanzate più di recente contro Pio XII. Il padre Robert Graham scrive della Santa Sede e della difesa degli ebrei durante la seconda guerra mondiale; il padre Pierre Blet respinge le leggende sul pontefice opponendo loro la documentazione degli archivi. Conclude l'opera un articolo di David Dalin, un noto rabbino americano, professore al Queens College di New York. Egli esamina gli scritti più recenti su Pio XII giungendo al seguente giudizio: le opere dei difensori portano le argomentazioni più valide, tuttavia sono i libri che calunniano il papa ad aver ricevuto la maggiore attenzione dei media. Eppure la generazione degli ebrei sopravvissuti all'Olocausto ritenne Pio XII un "giusto delle nazioni" e non vi è motivo di ritenere superata questa valutazione. Un volume a più voci, ma profondamente unitario. Un'opera che segna una svolta nella pubblicistica su Pio XII. Con saggi di Robert A. Graham sj, Pierre Blet sj, e del rabbino David Dalin.