Come Beatrix Potter per l'Inghilterra, così è Wilhelm Busch per la Germania: non solo autore immensamente amato, sui cui libri sono cresciute generazioni di bambini, ma una sorta di Lare o divinità tutelare del genio della tribù. A Busch si deve l'invenzione innanzitutto di Max e Moritz (ovvero Pippo e Peppo nella loro incarnazione italiana), capostipiti di tutti i 'ragazzi terribili'- e il tempo che passa non è riuscito a produrre un'altra coppia degna di loro per efferatezza e inventiva. Ma anche nella storia di quello che oggi si chiama 'fumetto', ed era un tempo 'vignetta con testo', Busch ha lasciato un'impronta geniale, perché all'originalità palese del disegno è riuscito a unire la maestria nell'uso della parola, irriverente, maliziosa e sfrontata come il tratto della sua matita.
I burrascosi Pietro e Paolo questa volta sono alle prese con due cagnolini, Plif e Plof, screanzati, insolenti e forieri di infiniti disastri.