L'immaginazione, la forza benigna che Emily chiama « il dio delle visioni », la libertà, la natura nei suoi spetti più segreti e selvaggi sono fra i temi principali di poesie che, sebbene spesso oscurate dalla fama di "Cime tempestose", sono tuttavia considerate da molti studiosi tra le più belle dell'ottocento inglese. Siano poesie liriche e tra queste, di particolare interesse e modernità i frammenti poetici, che spesso hanno il fascino, la compiutezza e il mistero degli antichi frammenti greci o le poesie epiche, narrative, drammaticamente ricche di vicende e personaggi, appartenenti alla grande saga in prosa e versi che Emily scriveva insieme alla sorella Anne e della cui parte in prosa non è rimasta traccia, vibra sempre in questi versi una forza straordinaria, una fiamma che sembra bruciare ogni scoria superflua e giungere all'assoluto dei sentimenti e delle passioni. Interpretate spesso in chiave di documento, come mezzo per giungere al mistero di una natura ardente, semplice e appassionata, che la sorella Charlotte paragonò a un «corvo amante delle solitudine», le poesie di Emily Brontë meritano di essere lette, comprese e amate per la loro intrinseca grandezza, per giungere non alla verità di Emily, ma alla incandescente verità della sua poesia.