A partire dagli anni Venti del secolo scorso si è aperto, in Francia, un fitto ed acceso dibattito sul rapporto tra letteratura e politica. Da una parte chi negava in modo deciso l'esistenza di alcun legame tra le due dimensioni, dall'altra chi ne sottolineava l'assoluta necessità. L'autore analizza la posizione di Sartre in questo articolato dibattito, nel quale ha occupato una posizione al tempo stesso centrale ed eccentrica, visto che il suo stabile legame con l'engagement letterario, da un lato ne ha determinato l'enorme popolarità, dall'altra l'ha isolato dalle posizioni filosofiche e letterarie più avanzate. In realtà, il punto d'approdo del pensiero sartriano, rappresenta una straordinaria valorizzazione del valore eversivo del linguaggio letterario.