«Questo libro non parla di Cernobyl' in quanto tale, ma del suo mondo. Proprio di ciò che conosciamo meno. O quasi per niente. A interessarmi non era l'avvenimento in sé, vale a dire cosa era successo e per colpa di chi, bensì le impressioni, i sentimenti delle persone che hanno toccato con mano l'ignoto. Il mistero. Cernobyl' è un mistero che dobbiamo ancora risolvere... Questa è la ricostruzione non degli avvenimenti, ma dei sentimenti. Per tre anni ho viaggiato e fatto domande a persone di professioni, destini, generazioni e temperamenti diversi. Credenti e atei. Contadini e intellettuali. Cernobyl' è il principale contenuto del loro mondo. Esso ha avvelenato ogni cosa che hanno dentro, e anche attorno, e non solo l'acqua e la terra. Tutto il loro tempo. Questi uomini e queste donne sono stati i primi a vedere ciò che noi possiamo soltanto supporre... Più di una volta ho avuto l'impressione che in realtà io stessi annotando il futuro». (L'autrice)
Lincidente nucleare di Chernobil, il più disastroso dellancor pur breve storia dellenergia atomica, orrendo nella sua tragicità, ha determinato un superamento del concetto di tempo, protraendo i suoi nefasti effetti anche negli anni a venire e definendo un nuovo scalino dellevoluzione con lhomo chernobiliano. Che cosa è luomo chernobiliano? E un povero essere che fisicamente e psichicamente è la testimonianza vivente di una tragedia che va oltre ogni possibile immaginazione, tanto che verrebbe da dire che furono fortunati quelli che morirono nelle prime ore successive allesplosione del reattore numero quattro. La conseguenza dellincidente è stata il rilascio nellatmosfera di una quantità abnorme di radionuclidi che hanno contaminato circa 30.000 Kmq. dei terreni più prossimi e che a distanza di tempo (lincidente è avvenuto il 26 aprile 1986), in forza del continuo assorbimento, anche se in piccole dosi, incide sulla salute delle popolazioni dei territori limitrofi con tumori, ritardi mentali, disturbi nervosi, turbe psichiche e mutazioni genetiche. Non solo ha avuto serie conseguenze chi era presente quel giorno nellarea che venne contaminata, ma la maledizione si è estesa anche ai nati successivamente. Il libro della Aleksievic è a dir poco sconvolgente, con interviste a povera gente condannata anche per il futuro, con la rassegnazione di chi sa di avere un marchio indelebile che, prima o poi, si risveglierà dal letargo con tutta la sua forza provocando dolore e morte. Ma se tutto è stato colpa di un tragico errore, ben più grave è stata la risposta del regime sovietico, tutto teso a minimizzare lincidente, non prendendo con rapidità gli interventi idonei per limitare le conseguenze. La gente, inesperta, si rivolse fiduciosamente agli scienziati che risposero in continuazione che tutto andava bene, che non cera da aver paura, e di ricorrere, come unica precauzione, al lavaggio delle mani prima di sedersi a tavola per desinare. Ma non sapevano ancora che stavano per passare la porta dellinferno, che quellaria che respiravano, che quellacqua che bevevano, che quel cibo che mangiavano erano un veleno a scoppio ritardato che dopo qualche anno si sarebbe mostrato in tutta la sua forza e aggressività. Così come non erano stati avvisati del pericolo i pompieri accorsi per spegnere lincendio e che non erano stati dotati di tute antiradiazioni, anche gli abitanti furono trattati alla stregua di vittime sacrificali e forse questo è laspetto più grave, cioè il disinteresse di chi aveva il dovere di limitare i danni che avrebbe subito la popolazione. Nellimmediato della sciagura ci fu lorrore degli altamente contaminati, condannati a una lunga e dolorosa agonia, ma per gli anni a venire cè lo stillicidio delle morti per cancro, dei nati deformi, delle depressioni che finiscono con il cogliere quelli che si sentono privati dellunica, ma più grande ricchezza di un essere umano: il diritto alla vita.
Imperdibile.
Renzo Montagnoli - 14/04/2022 06:59