Delineata dai tratti di una eccellente scrittura si dipana il diario autobiografico di Primo che ripercorre le tappe fondamentali della sua vita: dalla giovinezza, al servizio militare, dalla guerra sul fronte francese, sul fronte greco e a quello russo ed infine alla deportazione in Germania. Pagine cariche di sentimenti, di speranze, di amore per la sua terra e i suoi famigliari. "Della mia infanzia ricordo soprattutto la semplicità, i sacrifici e la bellezza delle piccole cose. Bastava poco per essere felici ed entusiasmarsi: una cena più ricca, un bel voto a scuola, il profumo di primavera che avvolgeva la campagna durante le mattine d'aprile." Pagine permeate di suoni, profumi e sapori che il lettore sembra quasi percepire tanto è magistrale e puntuale la loro descrizione. Anche quando il protagonista ci catapulta nell'avvicendarsi degli eventi bellici e descrive gli scenari di morte e desolazione, all'improvviso ci regala descrizioni meravigliose quasi a ricordarci che anche se abbrutito dal male e dalla sofferenza, l'uomo, può essere ancora capace di vedere il bello su questa terra. Il desiderio di Primo è stato quello di far conoscere quanto accaduto, perché "non può esistere un futuro di pace senza la memoria degli errori passati."