Nel 1948 nacque lo Stato d'Israele. Ma nel 1948 ebbe luogo anche la Nakba ('catastrofe'), ovvero la cacciata di circa 250.000 palestinesi dalla loro terra. La vulgata israeliana ha sempre narrato che in quell'anno, allo scadere del Mandato britannico in Palestina, le Nazioni Unite avevano proposto di dividere la regione in due Stati: il movimento sionista era d'accordo, ma il mondo arabo si oppose; per questo, entrò in guerra con Israele e convinse i palestinesi ad abbandonare i territori - nonostante gli appelli dei leader ebrei a rimanere - pur di facilitare l'ingresso delle truppe arabe. La tragedia dei rifugiati palestinesi, di conseguenza, non sarebbe direttamente imputabile a Israele. Ilan Pappe, ricercatore appartenente alla corrente dei New Historians israeliani, ha studiato a lungo la documentazione (compresi gli archivi militari desecretati nel 1998) esistente su questo punto cruciale della storia del suo paese, giungendo a una visione chiara di quanto era accaduto nel '48 drammaticamente in contrasto con la versione tramandata dalla storiografia ufficiale: già negli anni Trenta, la leadership del futuro Stato d'Israele (in particolare sotto la dirczione del padre del sionismo, David Ben Gurion) aveva ideato e programmato in modo sistematico un piano di pulizia etnica della Palestina.
Il libro di Pappe è uno dei migliori libri di storia degli ultimi decenni. Egli documenta nel modo più rigoroso la cacciata di circa 750mila Palestinesi dalle loro case, la distruzione di oltre 500 villaggi, di cui non è stata lasciata pietra su pietra e la fucilazione sul posto di chi cercava di opporsi. La documentazione è stata tratta di documenti israeliani: i diari di Ben Gurion e gli archivi della Hagana (poi divenuta l'esercito israeliano). Inoltre, Pappe riporta testimonianze orali e documenti Arabi. La lettura di questo libro è una assoluta necessità, per chi voglia avere un'idea informata sul dramma palestinese-israeliano.
Anonimo - 22/12/2008 08:06