Questo libro è il romanzo, intessuto di ricordi, rimpianti, incontri casuali, telefonate nella notte, dolorose rivelazioni, di una giovinezza e delle amicizie perdute. Il piccolo Mordecai Richler di sabato non poteva accendere o spegnere la luce, rispondere al telefono o ascoltare la radio. Nei giorni che precedevano lo Yom Kippur faceva roteare una gallina sopra la testa per scaricare sull'animale terrorizzato tutti i peccati dell'anno trascorso. A tredici anni, quando ormai è diventato un "apikoros", un miscredente, si converte alla fede laica, socialista e sionista degli Habonim, ansiosi di approdare quanto prima in Palestina e fondarvi uno stato ebraico. Alla fine Richler non emigrerà nella Terra Promessa. La visiterà due volte.
Un'analisi disincantata della situazione israeliena e dell'eterno conflitto Israelo/palestinese.Ironico, obiettivo, intelligente, scritto con la cinica schiettezza tipica di Richler.L'esempio più bello in questa frase:''....Te lo dico chiaro e tondo:hanno diritto ad una patria esattamente come noi.Io sono a favore di uno stato palestinese.E' l'unico modo per risolvere il nostro problema''.
Anonimo - 04/12/2005 10:57