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Ci sono momenti in cui un uomo pensa che la sua vita non abbia valore. Ce ne sono altri in cui si pensa che non abbia più valore la vita di nessuno. Per molti di noi questo è un momento come il secondo. E questo, vivere oggi in Italia. E questa erosione di speranza, di coraggio e di slancio creativo a ridurre in cenere i nostri giorni. E forse a ridurre anche la crescita del PIL. Con il tono appassionato di un'orazione civile, Roberta De Monticelli mette a fuoco con esattezza il cuore della tragedia che stiamo vivendo, e mostra come dal buon uso della nostra indignazione possa risultare una rifondazione, un progetto per una nuova civiltà.
La giustizia come valore e come esigenza è il tema conduttore della riflessione sviluppata da Roberta De Monticelli, senza dubbio la più nota e autorevole voce femminile della filosofia italiana. Per un buon uso dell'indignazione" , come esorta la fascetta, questa riflessione è di carattere essenzialmente morale, anche se nasce dalla volontà di reagire alle inadempienze della politica. Il libro vuole abbozzare una "filosofia del risveglio", più che mai necessaria perché oggi, osserva l'autrice, "all'educazione si sostituisce l'ipnopedia o condizionamento" in seguito alla quale si tende a dare il cervello all'ammasso, distogliendosi dalla responsabilità che comporta l'uso della libertà personale.
Molte le citazioni, da Platone a Nietzsche, anche di poeti, tra cui spicca Dante, fustigatore di quella categoria degli ignavi più che mai attuale: "Oggi si chiamano terzisti... cerchiobottisti metafisici afflitti da un servilismo trascendentale."
Daniela Pizzagalli
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