"L'amico del giaguaro" e "Italiani brava gente", Monicelli e Risi, Gianni Morandi e Paolo Sorrentino, Provolino, "Carosello" e "Striscia la notizia". Oltre 60 anni di storia dello spettacolo in un solo uomo. Raffaele Pisu ha attraversato cinema, teatro, televisione (e i cambiamenti dell'Italia) con leggerezza e simpatia, professionalità e bravura. E con la capacità di mettersi sempre in gioco cambiando pelle e ruoli, sconfiggendo la paura con una risata liberatoria. C'è una frase di George Bernard Shaw che gli si addice: «Nella vita esistono due tragedie. La prima è la mancata realizzazione di un intimo desiderio, l'altra è la sua realizzazione». Quando raggiungeva il successo lui, attore "creativo", decideva che era giunto il momento di compiere un altro giro di boa. Un lungo viaggio dove la vita e l'arte si sono mischiate in maniera indissolubile tra avventure artistiche, successi, cadute e famiglie allargate con inevitabili colpi di scena. La prigionia in Germania durante la Seconda guerra mondiale, i primi passi sul palcoscenico nella sua Bologna, gli anni ruggenti del varietà, la nascita della televisione, il teatro e i set cinematografici. E poi le idee apparentemente bizzarre trasformate in realtà imprenditoriali, come la nascita delle televendite. Un mattatore negli anni d'oro della Rai, un attore brillante, dotato di una indiscutibile poliedricità, protagonista del film di Giuseppe De Santis sulla disfatta del nostro esercito in Russia e vincitore in tarda età del Nastro d'argento per "Le conseguenze dell'amore" di Sorrentino. Capace di dialogare con un pupazzo, Provolino, entrato nell'immaginario pop e di rinascere dalle ceneri con il programma cult "Striscia la notizia". È morto a 94 anni. Ha lavorato, sorriso e lottato fino all'ultimo.