Se la dimensione giuridica, relativa alla ricerca intellettuale e istituzionale di una giustizia percepita come connaturata all'uomo, da comprendere e da tradurre nell'esistente, è dimensione intrinseca all'uomo così intendo l'oggetto epistemologico dell'antropologia giuridica l'intersecarsi di tale piano con quello religioso e con la dimensione della violenza, ambedue altrettanto connaturate all'uomo, rappresenta un campo di ricerca di grande interesse, pari alle difficoltà, anche di metodo, di una simile indagine. Soltanto l'accennare alle questioni metodologiche deborderebbe dai limiti concessi per il presente intervento. è forse vero che l'antropologia giuridica è disciplina di matrice eminentemente 'occidentale' (anche) perché 'occidentale' è sempre stato il ruolo tendenzialmente autonomo del diritto rispetto a 'teologia' e 'etica', laddove in altre civiltà questa tripartizione epistemologica tra teologia, etica e diritto è assai più sfumata. Ma è altrettanto vero che anche per l'occidente ciò è acquisizione in tempi storici 'recente', sviluppata lungo il medioevo. Al sorgere della nostra 'civiltà occidentale' le dimensioni assiologiche erano strettamente intersecate.
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