Nel 1817 Victor Cousin, giovane e brillante professore di filosofia a Parigi, intraprende un viaggio in Germania. Non parla tedesco e conosce pochissimo Kant: ma il suo intento - anche sulla scorta della fresca lettura di Madame de Staël - è vedere da vicino quella che, nell'Europa postnapoleonica, veniva ormai considerata come la «patria del pensiero». Durante il viaggio annota puntualmente impressioni, riflessioni e risposte di colleghi illustri: fra gli altri Schlegel, Goethe, Schleiermacher e Hegel. Il suo journal de voyage costituisce il documento del primo incontro d'un futuro maestro della filosofia francese con la cultura tedesca. Di questa, Cousin avrebbe detenuto per molti decenni il monopolio in patria - anche capitalizzando sapientemente la fama che gli derivò da una strana disavventura accadutagli oltre Reno, qualche anno più tardi... Mitica o reale che sia, agli occhi dei contemporanei l'esperienza tedesca di Cousin diverrà un elemento decisivo nella costruzione della cultura filosofica europea del XIX secolo.