Questo libro nasce inconsapevolmente attraverso il pugno di un reduce della Prima Guerra Mondiale il quale annoto le sue esperienze in prima linea sin dal settembre 1915, in trincea e nel campo di concentramento di Mauthausen allorchè venne fatto prigioniero. La lettura fa esplodere sentimenti di pieta, sofferenza, preoccupazione quasi si vivesse l'attimo appena letto. Il narratore non ha volontariamente un nome poiché con questa pubblicazione si vuole ricordare il Fante quale rappresentante i soldati di tutte le guerre. E forte il sentimento per la patria, i fratelli italiani chiamati alle armi, l'onore ed il coraggio ma al contempo v'è la pietà e la comprensione del nemico carceriere al quale non si nega il "tozzo" di pane. Che i giovani traggano spunto di riflessione per un mondo migliore, senza guerre e senza pene inutili.