Utilizzando diversi strumenti offerti dall'epistemologia, dalla logica, dall'ermeneutica, dalla storia della filosofia e della scienza, dalla storia dell'arte, questo volume raccoglie alcuni contributi critici sull'opera di Popper. Viene così analizzato il nesso tra Popper, le arti e la grande Vienna di Wittgenstein; il rapporto tra Popper e il neopositivismo; si mette in relazione il falsificazionismo con il convenzionalismo di Poincaré e Duhem. Lo studio indaga anche le poco persuasive riflessioni filosofiche popperiane sul rapporto tra menti e macchine e il modo discutibile con cui Popper ha letto Kant. Emerge così una molteplicità di elementi che consentono di intendere criticamente valori e limiti dell'epistemologia falsificazionista.