Vincenzo Lauria torna in Italia in occasione della morte del padre. Da molti anni vive a New York dove fa il giornalista. Resterà ad Aquilana, piccolo paese dell'entroterra lucano che ha abbandonato da ragazzo, solo il tempo necessario a sbrigare le pratiche della successione. I giorni trascorsi nella casa della sua infanzia e quei luoghi così carichi di bellezza e di mistero riaprono antiche ferite e svelano inquietudini lontane. La drammatica scomparsa del fratello maggiore, il rapporto difficile con un padre assente, il ricordo struggente della madre. Mentre attende l'apertura del testamento, tutto intorno a Vincenzo sembra avvolto nell'aura misteriosa di una realtà parallela in cui si intrecciano i suoni e gli odori di un'altra vita. E così riaffiorano i ricordi di una terra arcana, matrigna, le pratiche magiche, le paure e i segreti inconfessabili. Quasi un'eco minacciosa, che risuona nel paesaggio desolato della valle. Finché, la notte prima della partenza, un evento sconcertante costringerà Vincenzo alla resa dei conti con il suo passato...
Il Matteo del cane nero ancorato a quellestate del 1975, è qui il Vincenzo sperduto tra le montagne della Basilicata, protagonista che vive nel presente emozioni e ricordi del lontano 1982 e a tratti dellinfanzia. La mano è la stessa, ma lo stile è più adatto al romanzo e la storia cattura maggiormente. A me questo Ritorno nella valle degli angeli è piaciuto di più, perché più evocativo, più intenso, più sentito, più vissuto e sofferto. Qui non cè un cane nero, simbolo delle paure più recondite dellanimo umano, qui cè il simpatico maialino Tiger, simbolo di uninfanzia violata e di una ritrovata libertà, scevra da condizionamenti e credenze popolari. Cè linizio di una estate, non la fine, e cè un regolamento di conti col proprio passato, sebbene inaspettato, non una ferita mai rimarginata. Ci sono momenti di riflessione, di religioso silenzio come alla badia in compagnia di frate Andrea Kaunadodo e carichi di ansia e suggestioni come dal notaio Leandro Albenzi, ma anche venati dal lieve erotismo ispirato dalla figura di Rosa. Il finale è grottesco, ma tutto sommato il racconto scorre, fungendo da trampolino di lancio per il successivo Radio Pirata. Godibile.
Ritorno nella valle degli angeli
Anonimo - 22/08/2011 17:57
3/
5
Il libro è scritto molto bene e poi sono eccellenti i richiami ad una cultura agreste, ricordo infinito ed intramontabile di una terra meravigliosa quale è quella lucana, noché formidabili i passaggi dialettali che ho letto con ingordigia. In tutta sincerità però leggendo anche quest'opera di Francesco Carofiglio denoto una certa malinconia, a questo punto dello scrittore, in quanto ormai quasi ordinariamente ricca, come anche nelle precedenti opere, di flashback e di ricordi mali/melanconici che sinceramente anche se scritti molto bene hanno un po' stancato. La storia poi è caratterizzata da alcuni passaggi, soprattutto nel finale che sinceramente mi ritornano poco utili e probabilmente insignificanti per la trama ma ai posteri l'ardua sentenza. Il libro si legge con una discreta scorrevolezza ma al sottoscritto risulta poco efficace. Ritenta sarai più fortunato Francesco. Buona lettura a tutti. Syd
Ritorno nella valle degli angeli
Anonimo - 22/09/2009 14:59
5/
5
Romanzo pieno di fascino e di mistero. Molto bello!!
Antonio Mascia - 19/11/2013 01:13
Anonimo - 22/08/2011 17:57
Anonimo - 22/09/2009 14:59