"A partire dai primi bagliori dell'Umanesimo, Roma diviene un archetipo della coscienza occidentale: la fecondità della sua storia millenaria esercita un fascino irresistibile, denso di implicazioni culturali e religiose. I suoi strati sepolti, monumenti e catacombe, tornati alla luce, divengono argomenti decisivi nelle mani della Chiesa, regista di grandi celebrazioni e trasformazioni. Attraverso le esperienze del pellegrinaggio, la diffusione dei Mirabilia Urbis, leggende su un'antichità pagana cristianizzata a viva forza, l'elemento meraviglioso delle rovine e delle reliquie, si consolida la forza evocatrice della città: per tutto il Rinascimento, e ancor più negli anni della Controriforma, i papi continueranno ad alimentarne il mito, con un programma di opere monumentali che s'intreccia strettamente alla storia dell'Urbe e delle grandi famiglie che si avvicendavano ai vertici del potere; facendo della città eterna allo stesso tempo uno strumento e un fine, secondo il motto del Petrarca ""Roma al centro di tutto""."