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Rosso è il cammino

Alessandro Portelli - Pino Santarelli
pubblicato da Bordeaux

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«Un grande affresco nazionale e popolare delle culture, dei sentimenti e soprattutto delle storie (le storie individuali che si fanno storie collettive) della sinistra italiana dal dopoguerra alla fine degli anni Ottanta».Questo libro e un modello in miniatura di un cosmo di relazioni, di rapporti, di idee che fa perno intorno a Roma, alla periferia e alla provincia: l'Alessandrino, Centocelle, Scurcola...«Ci sentivamo cittadini del mondo» scrive con una semplicita disarmante Santarelli a proposito del 1968. Cittadini, impegnati nella vita pubblica. Del mondo, di un mondo del quale facevano parte insieme il Vietnam e la via Casilina.La storia di un militante esemplare, di un comunista.

1 recensioni dei lettori  media voto 5  su  5
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Rosso è il cammino stefano.destefano12

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voto 5 su 5 Che questo libro sia un godibile racconto su Roma, come scrive nella prefazione il prof. Portelli, ci si può stare ma che possa costituire un esempio di cammino rosso come recita il titolo, mi sembra molto opinabile. Tanto per cominciare, il lavoro. Da p. 113 in poi veniamo edotti su come il protagonista sia stato assunto al Policlinico Umberto I: puro clientelismo solo che di marca PCI e non DC ma uguali come due gocce dacqua. Alla faccia di tutti quei giovani, proletari e non, che un lavoro se lo sono dovuto conquistare con le unghie e con i denti. Borgate? Proprio negli anni 60 e `70, allacquedotto felice, quindi non lontano dai luoghi del nostro protagonista, prendeva corpo lesperienza della scuola 725, attività educativa gratuita con i figli dei borgatari condotta da un sacerdote che da molti, allora, fu tacciato di essere filocomunista: Roberto Sardelli. Lo trovate nelle esperienze del protagonista? Non pervenuto, nemmeno per sentito dire. Mentre sono ben presenti altre esperienze un tanti nello poco edificanti per essere riferibili allorizzonte comunista, vedi er cleb. Infine lapoteosi di p. 234, ove la quintessenza dei dirigenti rivoluzionari dei gruppi sessantottini trova espressione nella vespa che sfreccia sulla Colombo. Tutto ciò è criticabile? Assolutamente no, anzi ,fortunato il protagonista che ha vissuto quelle esperienze ma lasciamo in pace il comunismo, per favore!

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