La fraternità religiosa è un fragile vaso nelle mani. Non è un edificio finito, né un bimbo già venuto alla luce, ma una creazione che si ricomincia ogni giorno, una pianta delicata bisognosa di continua, premurosa assistenza.Avere questa consapevolezza e impegnarsi in questa costruzione significa innanzitutto abbattere i muri divisori: le antipatie, l'aggressività, il narcisismo, il culto della propria immagine, gli impulsi. Poi significa amare: rispettarsi, adattarsi, comunicarsi, perdonarsi, comprendersi, accettarsi, accorgersi, dialogare, pazientare, con-patire.Tutto questo alla sequela di Gesù, nostro fratello, che invita ogni giorno la comunità a salire con lui per celebrare la pasqua dell'alleanza e della vita nuova.