Prima di aprire uno dei ristoranti più famosi di New York il "Prune" e diventare una delle chef più famose d'America, Gabrielle Hamilton ha avuto una vita complicata, in cui non era facile trovare un senso e una strada: una vita "segnata" da molte cucine diverse, le cucine delle famiglie mancate, sognate, inseguite. Anzitutto, c'era la cucina di casa, nel piccolo paese agricolo in cui la sua famiglia viveva e in cui prima che i genitori si separassero si organizzavano grandi cene con molti ospiti e tanti profumi. Poi la cucina un po' squallida dei ristoranti in cui ha fatto la cameriera, per sbarcare il lunario ed essere indipendente: cucine anonime, puzzolenti di bruciato ma prive di calore, dove incomincia l'incubo della droga. E a seguire le cucine delle famiglie che l'hanno ospitata, nei suoi viaggi all'estero: in Francia, Grecia, Turchia. La cucina della suocera, in Italia: una masseria pugliese intrisa dei sapori del Meridione, dove impara grazie al marito ad apprezzare il valore della famiglia. E, infine, conquistata a fatica, la cucina del suo "Prune": il suo gioiello, la sua sfida, il suo successo.
La nostra recensione
Oggi è chef e proprietaria del ristorante Prune , un locale di tendenza a New York, ma la sua strada per affermarsi è stata tutta in salita, come racconta nella sua anticonvenzionale autobiografia.
A dodici anni, dopo il divorzio dei genitori, è stata praticamente abbandonata a se stessa, ha fatto studi irregolari e ha dovuto cercarsi lavoretti saltuari. Tra piccoli furti e precoci dipendenze da alcool e cocaina, ha rischiato di buttare la via la sua vita, se non fosse stata casualmente assunta in un ristorante, prendendo a poco a poco coscienza del suo interesse per la cucina, affiorato insieme ai ricordi più belli dell'infanzia, legati proprio al cibo, alle raffinatezze preparate dalla sua peraltro inaffidabile mamma francese.
Il matrimonio con un italiano, pur finito in un divorzio, le ha restituito una famiglia: struggenti ricordi sono legati alle estati in Puglia, dove l'amorevole suocera, insieme ai gusto dei piatti genuini, le ha comunicato il calore della complicità femminile attorno a un tavolo.
Daniela Pizzagalli