Armando Petrucci inizia il suo racconto con l'analisi dei messaggi graffiati su lamine di piombo durante i lavori nell'agorà di Atene (VI-V secolo a.C.) e conclude con un capitolo dedicato alla morte e trasfigurazione della corrispondenza scritta nel mondo contemporaneo, per merito (o demerito?) dei mezzi informatici (e non solo) di informazione. Dagli albori della cultura scritta greca l'analisi di Petrucci giunge dunque alle convulse forme di comunicazione scritta di oggi, passando attraverso lo studio dei fenomeni comunicativi, delle tecniche esecutive, dei meccanismi di spedizione, ricezione e conservazione. Durante questo viaggio nei secoli si comprende come l'evoluzione tecnica conosciuta dalle forme materiali e organizzative di trasmissione e smistamento della posta sia andata di pari passo con l'affinarsi di un bisogno di comunicazione che ha coinvolto e travolto, in Europa e nelle Americhe, chiunque fosse in grado di scrivere, uomini e donne, dai professionisti della penna alla gente comune.