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Se questo è un uomo

Primo Levi
pubblicato da Einaudi

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Primo Levi, reduce da Auschwitz, pubblicò "Se questo è un uomo" nel 1947. Einaudi lo accolse nel 1958 nei "Saggi" e da allora viene continuamente ristampato ed è stato tradotto in tutto il mondo. Testimonianza sconvolgente sull'inferno dei Lager, libro della dignità e dell'abiezione dell'uomo di fronte allo sterminio di massa, "Se questo è un uomo" è un capolavoro letterario di una misura, di una compostezza già classiche. E un'analisi fondamentale della composizione e della storia del Lager, ovvero dell'umiliazione, dell'offesa, della degradazione dell'uomo, prima ancora della sua soppressione nello sterminio.

La recensione del libraio

Si sa, questo è un classico che anche chi non ha letto ha sentito nominare. E' uno di quei libri spartiacque che ti portano nel mondo adulto e ti cambiano per sempre. L'autore che spiega cos'è Dante a un altro detenuto in mezzo a un campo di lavoro nazista... Quanta poesia porta con sé la letteratura pur nella bruttura più disumana.

Barbara Fanucci, Mondadori Bookstore Montecatini

Questo libro fa parte de I consigli dei librai dei Mondadori Store


 

Dettagli down

Generi Romanzi e Letterature » Romanzi italiani » Diari, Lettere, Memorie , Storia e Biografie » Biografie Diari e Memorie » Biografie e autobiografie » Memorie » Olocausto, Genocidi e Pulizia etnica

Editore Einaudi

Collana Super ET

Formato Tascabile

Pubblicato 27/01/2014

Pagine 214

Lingua Italiano

Isbn o codice id 9788806219352

60 recensioni dei lettori  media voto 4  su  5
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Se questo è un uomo saragiordanino

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voto 5 su 5 vorrei rileggerlo perchè l avevo letto in età scolastica.
Se questo è un uomo domios

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voto 5 su 5 #lamiarecensione 13 dicembre 1943. Primo Levi, partigiano, chimico di professione, viene catturato dalla Milizia fascista ed inviato in un campo di internamento a Fossoli in quanto ebreo. Qualche mese dopo, viene deportato ad Auschwitz. Una grande porta, e sopra una scritta vivamente illuminata: ARBEIT MACHT FREI. Un luogo di distruzione, dove non si esce che per il camino. Chi non muore soffre minuto per minuto, per ogni giorno, per tutti i giorni. Rinchiusi tra i fili spinati vi sono migliaia di individui diversi per età, condizione, origine, lingua, cultura e costumi, ma tutti ugualmente sottoposti a un regime di vita costante, controllabile e inferiore a ogni bisogno. Ognuno ignobilmente asservito, senza capelli e senza onore, ogni giorno percosso, ogni giorno più abietto. Primo impara presto che è un Häftling e che il suo nome è 174 517, il numero che porta tatuato sul braccio e cucito sul petto. Giorno dopo giorno, fra percosse, freddo, fatica, paura e promiscuità, nel campo la lotta per la vita si riduce al suo meccanismo primordiale: diventa una battaglia per sopravvivere, senza remissione, perché ognuno è disperatamente ferocemente solo e in corpo non sente che debolezza, fame e consapevolezza della fine che verrà. Una storia dolorosa, crudele e commovente raccontata da chi, in prima persona, ha vissuto lincubo dei lager: un viaggio verso il nulla, allingiù, verso il fondo, fatto di lavorare senza speranza, aver fame sempre e dormire di schiavi. Se questo è un uomo (Einaudi, €12, pp.214) rievoca, attraverso agghiaccianti scene di vita quotidiana, le vicende della deportazione dello scrittore in Germania e della sua permanenza nei campi di concentramento nazisti. E una preziosa testimonianza che riporta, con impressionante intensità, fra i Blocks e i Kommandos di un passato indelebile fatto di orrori e di tremende umiliazioni. Il lager è stato, anche e notevolmente, una gigantesca esperienza biologica e sociale di fronte alla quale Primo Levi reagisce, nonostante tutto, anteponendo allodio la giustizia. Nessuna formula di nuovi capi daccusa, né ricerca di compassione: solo un invito a prendere consapevolezza e a riflettere su ciò che è stato. Lautore assume deliberatamente il linguaggio pacato e sobrio del testimone e delinea, con struggente potenza, una realtà indescrivibile: per la prima volta ci siamo accorti che la nostra lingua manca di parole per esprimere questa offesa, la demolizione di un uomo, si legge fra le pagine. Libro fortemente commemorativo, tuttavia percorso da un tenace amore per la vita, Se questo è un uomo nasce dallurgenza di raccontare, dal bisogno naturale e irreprimibile di comunicare, di condividere e di fare gli altri partecipi. E unanalisi meditata dellesperienza del lager che ne coglie lessenza e i singoli dettagli e che ci investe di un unico compito, semplice quanto fondamentale: conoscere e giudicare il dramma dellOlocausto.
Se questo è un uomo domenica2017

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voto 3 su 5 Se questo è un uomo di Primo Levi Il primo romanzo di Primo Levi, Se questo è un uomo, stenta ad affermarsi, il successo arriva solo con la seconda edizione del 1958 (la prima edizione è del 1947). Lopera presenta unalternanza di sezioni saggistico-riflessive e parti narrative, finalizzate a riflettere e farci riflettere, ancora oggi, su una condizione limite, da cui è possibile desumere una più approfondita conoscenza della natura umana. Già nella Prefazione in prosa dichiara lurgenza di raccontare non allo scopo di formulare nuovi capi daccusa ma per fornire documenti per uno studio pacato dellanimo umano. Nella poesia di epigrafe, fortemente epigrammatica e meditativa, si rivolge ai lettori, che vivono sicuri/nelle [] tiepide case, in cui trovano a sera/ il cibo caldo e visi amici, a considerare se questo è un uomo e/o se questa è una donna. Il libro è caratterizzato da un italiano classico, costellato da espressioni e termini pronunciati da prigionieri provenienti da ogni parte dEuropa. Una babele europea che scandisce la ricerca stilistica di Levi, incentrata sulla scelta della parola giusta, cioè commisurata, breve e forte. Lopera nasce da frammenti di narrazione memorialistica e di rielaborazione saggistica, disposti per affinità, contiguità o contrasto. #la mia recensione
Se questo è un uomo franoc1944

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voto 5 su 5 Un libro commovente, pieno di verità e di tragica realtà. Un libro di formazione per il lettore, in grado di far vedere i fatti dell'attualità da un punto di vista più umano.
Se questo è un uomo luigi8421

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voto 5 su 5 #lamiarecensione A quale livello può arrivare la crudeltà umana? Lo vediamo ogni giorno nella tante guerre sparse per il mondo, anche se forse non se ne parla mai abbastanza. Ma forse il concetto di crudeltà è nato durante la seconda guerra mondiale. Primo Levi ci racconta, con sofferenza e orgoglio, tutto quello che ha dovuto patire durante la sua prigionia in un campo di concentramento. Non un campo di concentramento qualunque, ma Auschwitz. Anche se sono passati oltre settant'anni, riesci a immaginarti il vivere quotidiano di quei poveri sfortunati. Io personalmente sono quasi ossessionato da tutto quello che riguarda il secondo conflitto mondiale, e mi vengono i brividi ogni volta che leggo tutte le atrocità commesse dai tedeschi (e non solo) nei confronti di povere anime indifese. Dio esiste davvero e ha deciso di non intervenire? Forse la risposta non la sapremo mai, ma il pensiero a riguardo credo sia quasi obbligatorio. Capolavoro senza tempo da far leggere a tutti.
Se questo è un uomo giuliana.popolizio

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voto 5 su 5 Difficile recensire un libro del genere senza cadere nel banale, nella ridondanza di opinioni già lette e rilette milioni di volte. Quello che si è capaci di provare difronte a testimonianze simili non può che essere orrore e incredulità oltre che tanta amarezza. Ma spesso mi sono concentrata su quella stridente antitesi che sbucava prepotente tra le pagine: la categoria di uomini spietati e senza nessuna traccia di bontà e coloro che, nei lager, erano ancora capaci di aiutarsi a vicenda, stringere amicizie e mantenere in qualche modo viva ancora la dignità. La solidarietà non è solo importante per sopravvivere ma anche per continuare a credere che il mondo non sia finito, che esistono ancora uomini capaci di amare e rispettare l'altro non perché vivono la stessa situazione ma perché sentono di doverlo fare. Ancora oggi, dopo tanti anni, ci sono delle scene così vivide che quasi credo di averle viste invece di averle semplicemente lette. Così crude e dirette da non poter essere ignorate e che in realtà non voglio dimenticare per potermi ammonire ogni giorno. Perché siamo responsabili tutti, anche solo per aver girato la testa. Buone letture, Bookspassion. #lamiarecensione -
Se questo è un uomo the_fair_elf

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voto 5 su 5 Se questo è un uomo. E' questa la domanda che pone Primo Levi raccontando la sua agghiacciante storia nei lager nazisti. Prima ancora che strutture in cui si eseguiva l'omicidio di massa erano luoghi in cui si praticava la disumanizzazione. I prigionieri non erano più persone, ma neanche animali né cose. Erano un qualcosa di ancora diverso. Un qualcosa di indefinito e indefinibile, il cui scopo ultimo era l'eliminazione fisica, dopo quella morale. Non si può comprendere cosa fossero i campi di sterminio se non si legge questo resoconto, se vogliamo capire VERAMENTE. Gli episodi sono raccontati quasi con distacco, in maniera asettica. Non c'è dolore, non c'è odio. Fino a quel punto è arrivata la disumanizzazione. Solo leggendo che i deportati dovevano dormire in coppia nelle brande, che dovevano portare via, nella notte, i secchi ricolmi dei loro escrementi e che il pensiero principale di coloro che il giorno dopo erano destinati consapevolmente alle camere a gas fosse di avere la razione di zuppa extra a loro promessa possiamo comprendere cosa l'uomo ha fatto all'uomo. Al di là di ogni idea politica, questo romanzo dovrebbe essere affiancato a 'I promessi sposi' sui banchi di scuola. E il suicidio dell'autore, tanti anni dopo l'esperienza dei lager, ci fa comprendere che il titolo non è una domanda, ma una affermazione. #lamiarecensione -
Se questo è un uomo bigoi75

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voto 3 su 5 Ho letto il capolavoro di Primo Levi in età avanzata e, probabilmente, questo è stato un bene. Pur essendo consapevole del valore storico e letterale dell'opera di Levi, probabilmente se lavessi letto forzatamente, magari su consiglio/obbligo di un maestro o professore, mi sarebbe piaciuto di meno. "Se questo è un uomo" è molte cose: una testimonianza di un fatto storico che dovrebbe fungere da insegnamento per l'umanità (ma purtroppo così non è); un analisi lucida della perdita di umanità (vista in entrambi i sensi, sia da parte del prigioniero che del carceriere); una dimostrazione dell'adattabilità dell'uomo che portato ai bisogni primordiali trova comunque un modo per preservarsi è questo e molto di più. Soprattutto è leggibile come pochi, è intelligente ma adatto a tutti, è lucido ma emozionante, soprattutto considerato che fu scritto poco dopo la scarcerazione da Auschwitz. Insomma, un capolavoro della narrativa italiana che giustamente viene continuamente ristampato. Io lo lessi in un edizione scolastica, in cui tutti i capitoli erano corredati di spunti di riflessione. #lamiarecensione -
Se questo è un uomo gecmicc

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voto 5 su 5 Scrivo questa recensione al fine di incoraggiare e spingere più lettori possibili ad acquistare questo classico, che nonostante il tempo, tratta argomenti che ancora oggi, per certi versi, sono attuali, in molte società, dal punto di vista umano. Libro in grado di immergere a pieno il lettore nella catastrofica esperienza di Primo Levi e degli innumerevoli deportati nei campi di sterminio. Le esperienze raccontate in quest'opera costringono il lettore a rivalutare la sua visione del bene e del male, di giusto o sbagliato; il lettore non può fare a meno immedesimarsi costantemente nelle vicende esposte nel testo. Personalmente reputo l'opera estremamente riflessiva: le esperienze narrate nel libro esortano il lettore a riconsiderare ciò che per lui sono i problemi e le sfortune della propria vita. Nonostante le sofferenze patite e i ricordi che incessantemente tormentano la sua esistenza presente, Primo Levi trova la forza di raccontare ciò che lui e altri milioni di uomini hanno vissuto nei campi di concentramento, affinché nessuno ignori e affinché questo orrore non venga rimosso dalle memorie del mondo. #lamiarecensione -
Se questo è un uomo abby87

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voto 3 su 5 In questo libro Primo Levi racconta il periodo in cui fu internato nel campo di sterminio di Auschwitz, tra il 22 febbraio 1944 e il 27 gennaio 1945. Egli scrisse il libro nel 1946, descrivendo ogni particolare della sua terribile vicenda: leggere questa testimonianza ci scuote e ci fa capire fino a che punto l'uomo può calpestare la dignità di un altro uomo. Appena arrivati, i prigionieri che non vengono mandati alle camere a gas devono spogliarsi, essere rasati, fare una doccia ed indossare i vestiti del campo, poi viene loro tolto persino il nome: d'ora in avanti per sapere come si chiamano dovranno guardare i numeri azzurrognoli tatuati sul braccio sinistro. L'annientamento dell'uomo è già compiuto in buona parte qui: i prigionieri sono spogliati dei loro abiti, dei loro oggetti, dei loro capelli, persino del loro nome. Levi riflette sul fatto che nella nostra lingua mancano le parole per descrivere questa demolizione dell'uomo: perdendo il proprio nome oltre che ogni proprio oggetto, il prigioniero si ritrova svuotato, non ha più un'identità. Egli è soltanto un pupazzo miserabile e sordido senza più nulla: giace sul fondo, ha perso tutto e il peggior rischio che corre ora è di perdere se stesso. Dopo l'iniziazione, per i prigionieri inizia la vera e propria vita nel lager, nella quale il processo di disumanizzazione continua. Sottoposti a ore ed ore di sfibrante lavoro, nutriti solo con un tozzo di pane andato a male e un po' di zuppa di verdure, con indosso solamente pochi stracci del tutto inutili per ripararsi dal freddo pungente, i prigionieri cominciano la loro lotta per la vita. In queste condizioni provano soltanto i loro istinti primitivi (che emergono prepotenti) e le prime cause del loro malessere: il freddo, la fame, la fatica; tutto il resto viene come dimenticato perché tali sofferenze non lasciano spazio ad altro. Alzandosi al mattino essi sentono soltanto il freddo, la fame e il timore per la fatica che li aspetta; lo scopo diventa arrivare fino a sera, perché del domani non si sa nulla. Se oggi si riesce a fare un lavoro un po' meno faticoso o a mangiare un pezzo di pane rubato, è già un traguardo, è qualcosa di assodato, di certo. Infatti a contribuire allannullamento che avviene nel lager c'è la totale incertezza del domani, la focalizzazione soltanto su un oggi di dolore e di paura: il passato riaffiora solo di notte o nel riposo dell'infermeria, il futuro è una totale incognita. Non ci sono né tempo né energie per pensare ad essi, il grigio presente sembra eterno e assorbe tutto. Questo meccanismo di distruzione prova a stritolare ognuno e se si lascia che la dignità di uomo vada perduta, allora non cè più speranza di salvezza, perché la vita e la morte diventano uguali. Giorno dopo giorno Primo Levi comprende questo processo di annientamento e si impegna a resistervi con tutte le sue forze. Ha capito l'importanza di conservare la sua dignità e farà di tutto per riuscirci, anche se tra mille difficoltà. Il racconto è crudo, dettagliato, agghiacciante. In quel microcosmo di odio che è il lager, splende però qualche luce, come l'amicizia dell'autore con Alberto (col quale egli condivide i piani ingegnosi per ottenere un po' più di cibo e anche ogni pezzo di pane che con quei piani viene conquistato) e l'incontro con qualche persona che riesce a fare il bene per il bene, come l'operaio Lorenzo, al quale lo scrittore dice di dovere la propria sopravvivenza. Ho letto questo libro qualche anno fa, all'ultimo anno di liceo classico, e ritengo che dovrebbe entrare nel programma di ogni Scuola superiore. E il fedele ritratto di un pezzo di storia che non si può dimenticare. #lamiarecensione -
Se questo è un uomo manfredi2004

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voto 5 su 5 #lamiarecensione. Un libro potente, prorompente, crudo, che incide nel cuore del lettore sentimenti forti e contrastanti, in cui la dignità umana viene costantemente messa a dura prova dalla spietata follia di pochi ufficiali, accecati da un progetto altrettanto folle o semplicemente incapaci di disobbedire a ordini che ledono qualunque essenza della vita. Un libro in cui la stessa dignità umana viene annientata persino dalla vittime, attraverso il gioco perverso attuato dai carnefici, abili e perfidi sfruttatori dellanelito istintivo di sopravvivenza dei poveri relitti, trattati peggio delle bestie e messi facilmente lun contro laltro, in modo che diventino altrettanto noncuranti delle condizioni abbiette in cui i propri simili sono costretti a vivere. Un libro che imprime nella mente, in modo imprescindibile dalle emozioni, immagini terribili come se le si stesse realmente vivendo, durante la lettura. Ho pianto...ho pianto veramente tanto, a volte senza riuscire a fermarmi. Ogni parola, ogni frase, ogni capitolo è come se lasciasse costantemente un segno indelebile sulla pelle, a sottolineare la necessità che bisogna non dimenticare e soprattutto che è fondamentale prevenire che altre simili follie conducano una sola persona a patire simili tragedie o un intero popolo ad essere sterminato. Egle Calamia
Se questo è un uomo rosa.15

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voto 5 su 5 #lamiarecensione Pubblicato nel 1947,"Se questo è un uomo" di Primo Levi rappresenta,nel panorama letterario,la testimonianza diretta dell'orrore dei campi di concentramento, spesso accostati all'Inferno dantesco: a questo proposito struggente è il capitolo intitolato "Il canto di Ulisse" in cui l'autore cerca di spiegare ad un compagno il XXVI canto della Divina Commedia, in cui i versi "Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti,ma per seguir virtute e canoscenza" risuonano nel cuore e nella mente come l'affermazione della dignità dell'uomo, anche quando quest'ultima è calpestata e offesa.Inoltre leggendo questo libro, il lettore si sofferma su cosa l'uomo è capace di fare quando è mosso dall'odio, spesso chiedendosi il motivo di tanta crudeltà,senza trovare risposta. Consiglio a tutti di leggerlo, perchè ognuno di noi deve conoscere il passato: Primo Levi ci invita fin dalle prime pagine a non dimenticare quello che è accaduto a milioni di vite innocenti, "Se comprendere è impossibile,conoscere è necessario,perchè ciò che è accaduto può ritornare,le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre".Da questa lettura nasce un'istintiva riflessione sulla vita: ogni prigioniero sperava di sopravvivere, e molti purtroppo non ci sono riusciti; pensando a loro, ogni giorno dobbiamo cercare di amare la nostra vita perchè è un dono prezioso,che come tale va custodito a livello universale. Non esistono uomini migliori di altri: esistono uomini.
Se questo è un uomo dharma777

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voto 3 su 5 #lamiarecensione Primo Levi è stato prigioniero nel campo di concentramento di Auschwitz dal 1943 al 1945, in quanto ebreo. Nel libro racconta questi anni, con lucidità e schiettezza. Con un approccio quasi scientifico ripercorre gli avvenimenti che ha vissuto in prima persona, cercando in un certo qual modo di dargli un senso, di capire il perché, perché un uomo decide volontariamente e continuatamente di fare del male a un altro uomo, di più, annullare lessenza stessa di un altro uomo, di migliaia di altri uomini, suoi pari! Nonostante le quotidiane sofferenze, fisiche e psicologiche, nonostante un prigioniero desiderasse porre fine a quelle sofferenze indicibili, Levi ci dice che in fondo bastava che in qualsiasi momento un prigioniero si ribellasse, cercando magari di scappare, per essere fucilato allistante da una delle guardie sempre presenti. Eppure, eppure lo spirito di sopravvivenza, lattaccamento alla vita era così forte! Tornato alla vita quotidiana, che non potrà mai, mai più essere normale, nota come gli sia rimasta labitudine di camminare sempre con gli occhi al suolo, alla ricerca di una briciola, un pezzetto di spago, come quando qualsiasi piccola cosa poteva essere utile, mancando praticamente di tutto.
Se questo è un uomo amarta60

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voto 3 su 5 il caso e l'insipienza mi hanno portata a leggere prima la tregua, poi i sommersi e i salvati, poi questo. mi dispiace che sia andata così, ma sono contenta di essermi decisa a leggere levi: era tempo di farlo. non saprei come evitare la banalità delle parole forti, né posso dire "mi è piaciuto moltissimo". ho sentito recentemente in rete un commento molto serio di stephen fry - l'attore, il comico, lui - sul processo di disumanizzazione del nemico, quello che inizia col sottrargli il nome e procede in misura e con modalità diverse secondo il contesto e la tenacia. nel caso dei lager, i nazi sono stati coscienziosi - e levi lo racconta senza enfasi e senza reticenze.
Se questo è un uomo 59gabriele59

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voto 5 su 5 La prima pagina accende la lampadina della mente e.improvvisamente si comincia a vedere. Le scene descritte appaiono, vengono offerte a chi legge, sì , ma con la segreta voglia di scaraventargliele in faccia, come quando si offrono col sorriso dei dolcetti avvelenati. Il lettore assaggia qualche parola, poi si ferma, non si fida, torna a fare un altro morso. L'aspetto è buono ma il sapore non va: la narrazione è coinvolgente ma il racconto è disgustoso e il mio stomaco si ribella. Così basta, per stasera, chiudo il libro e lo poso sul comodino, lo leggerò domani, perché la luce del sole me ne darà il coraggio. E infatti il giorno dopo l'ho letto tutto, riga dopo riga, pena dopo pena. Presto! Prima che ritorni il buio! Un libro così vero da patire la stessa sete dentro il vagone del treno, da sentire i latrati dei cani all'arrivo nel campo, da avvertire il vento gelido sulla carne nuda, ecco perché bevo un bicchiere d'acqua, mi chiudo le orecchie e mi rannicchio sotto le coperte. Poi le parole si fanno pale e scavano in profondità ,solcano corpo e anima fino a denudare me stessa, fino a farmi perdere la mia stessa identità, e divento fantasma tra i fantasmi .Continuo a cercare tra le pagine che scorrono lisce e inesorabili come acqua sorgiva, una traccia di odio, un'orma di rabbioso rancore, ma niente! E all'improvviso capisco come l'autore lo abbia scaricato tutto all'inizio, nella poesia sfacciatamente imperiosa che precede la narrazione, come per evitare che sentimenti brutali possano impedire la piena comprensione dell'atroce verità consegnata alla storia. Le orecchie avvertono il rumore gracchiante degli zoccoli di legno e gli stridii ferrosi durante il lavoro e le brevi, ripetute frasi pesano come il martello che picchia sull'incudine. Ma ecco che , all'anima sfinita dalle sofferenze lette e sofferte, viene in soccorso la poesia e i versi di Dante sono gocce nell'arsura, briciole per i morsi della fame, piccole pause nella tribolazione. Con le incursioni aeree cadono giù dal cielo le bombe, esplosioni benedette che scuotono il torpore emotivo e ridonano la consapevolezza della propria umanità o almeno di quel che ne resta .Salvezza, libertà ,quando mai si devono alla malattia? Eppure la malattia scosse le coscienze, costrinse a ritrovare gli atti primari della sopravvivenza e finalmente poter pensare di rinnovare la conciliazione con il mondo. La fine del libro è commovente nella sua analisi sull'uomo. Non cè vendetta, non si chiede il conto delle inaudite sofferenze, non v'é richiesta di sentimenti pietistici. Semplicemente si considera l'uomo nelle sue molteplici realtà, ed esse appartengono a tutti, carnefici e vittime, quasi a trovarsi a condividere colpevoli condizioni di non umanità. Su tutte le colpe, su ogni azione o pensiero, domina la morte, quella che arriva anche quando ormai torna la libertà, è fuori tempo, che ci fa ancora nel campo? La si potrebbe vedere passare tra i sopravvissuti e indicare col suo dito nodoso i corpi sfatti, disfarne altri senza sconti di tempo, voltandosi dall'altra parte quando porta via con sé, in un ultima beffa all'umanità, anche coloro che erano a un passo dalla salvezza. #lamiarecensione -
Se questo è un uomo dharma777

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voto 3 su 5 Primo Levi è stato prigioniero nel campo di concentramento di Auschwitz dal 1943 al 1945, in quanto ebreo. Nel libro racconta questi anni, con lucidità e schiettezza. Con un approccio quasi scientifico ripercorre gli avvenimenti che ha vissuto in prima persona, cercando in un certo qual modo di dargli un senso, di capire il perché, perché un uomo decide volontariamente e continuatamente di fare del male a un altro uomo, di più, annullare l'essenza stessa di un altro uomo, di migliaia di altri uomini, suoi pari. Nonostante le quotidiane sofferenze, fisiche e psicologiche, nonostante un prigioniero desiderasse porre fine a quelle sofferenze indicibili, Levi ci dice che in fondo bastava che in qualsiasi momento un prigioniero si ribellasse, cercando magari di scappare, per essere fucilato all'istante da una delle guardie sempre presenti. Eppure, eppure lo spirito di sopravvivenza, l'attaccamento alla vita era così forte! Tornato alla vita quotidiana, che non potrà mai, mai più essere normale, nota come gli sia rimasta l'abitudine di camminare sempre con gli occhi al suolo, alla ricerca di una briciola, un pezzetto di spago, come quando qualsiasi piccola cosa poteva essere utile, mancando praticamente di tutto. #lamiarecensione -
Se questo è un uomo antonello8691

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voto 3 su 5 #lamiarecensione. In questa toccante opera autobiografica, lo scrittore italiano di origine ebrea Primo Levi racconta della sua esperienza nel campo di concentramento di Auschwitz, una delle fabbriche di morte più raccapriccianti dell'ultimo secolo. L'autore narra attraverso gli occhi di un uomo che è passato attraverso tutte queste sofferenze inimmaginabili ed incomprensibili a chi non le abbia provate sulla propria pelle l'orrore dei campi di concentramento durante la Seconda Guerra Mondiale. Racconta come si sia riuscito a salvare solo grazie ad un fortuito caso che volle che proprio nel periodo in cui venne internato lui il commando ordinasse di aprire una nuova fabbrica, per la quale serviva qualcuno con competenze scientifiche (Levi si era laureato in chimica poco prima dell'emanazione delle leggi razziali in Italia). Lo scrittore si sofferma a descrivere i trattamenti inumani a cui erano sottoposti gli ebrei nei campi di concentramento: "Se questo è un uomo" è un pezzo di storia che non si può ignorare né dimenticare.
Se questo è un uomo muriel1960

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voto 5 su 5 Una testimonianza vera e crudele come la vita insegna. Questo libro drammatico deve risvegliare le coscienze dormienti e annichilite dal velo della storia per non dimenticare il male, la crudeltà che vediamo anche in questa società moderna e fintamente felice, negli occhi dei rifugiati, perseguitati e torturati. Mai come questo libro ricordano la sofferenza e la perdita della dignità in un periodo triste e non molto lontano, dove sopravvivere al male è quasi impossibile, non dimenticatevi di tutto ciò-
Se questo è un uomo california

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voto 5 su 5 In questo libro viene narrata la giornata tipo di un prigioniero in un campo di concentramento (Auschwitz, uno dei più noti); e questa narrazione avviene per una testimonianza diretta dell'autore del libro: Primo Levi. Innanzitutto è da premettere cha la shoah ha rappresentato uno dei momenti (qualsiasi cosa ne dicano i cosiddetti negazionisti, cioè coloro che la negano) più drammatici del `900. Secondariamente, come ben messo in evidenza da Primo Levi, nell'antisemitismo hitleriano vi è l'umiliazione, l'offesa, la degradazione dell'uomo nei confronti del suo simile. La lezione che si può ricavare dalla tragedia subìta dal popolo ebraico è che non si ripetano più sopraffazioni di un popolo nei confronti di un altro popolo, in quanto le religioni, le razze, le etnie ci mettono tutti sullo stesso piano. Tuttavia, dopo aver letto il libro dei giorni trascorsi nel campo di concentramento di Auschwitz, ci chiediamo con l'autore del libro: Questo è un uomo? - #lamiarecensione
Se questo è un uomo c1i2a3

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voto 3 su 5 #lamiarecensione - Una parte della storia tesa ad essere negata, ma purtroppo esistita. Un mondo lontano, caratterizzato dalla crudeltà degli uomini. Un crimine davvero disumano, che nessuno accetterà mai. L'autore racconta la terribile esperienza dei campi di concentramento ad Auschwitz,vissuta personalmente. Il libro è nato dall'impulso immediato e violento di far conoscere agli altri queste tragiche vicende, e liberarsi interiormente. Rappresenta la testimonianza della dignità e dell'abiezione di fronte allo sterminio di massa. Un lungo viaggio nella memoria, dalla deportazione alla liberazione, alla ricerca di un'identità. Levi racconta della sua fortuna nel bene e nel male, di essere sopravvissuto, in quanto il governo tedesco decise di prolungare la vita media dei prigionieri da eliminare, e di possedere una laurea in Chimica. Esperienza condivisa, e tutt'ora presente nelle menti dei sopravvissuti. Racconto davvero straziante, quasi irreale, che penetra nell'anima del lettore. Un invito ad approfondire la conoscenza di una parte della storia destinata a rimanere nell'ombra.
Se questo è un uomo federicaguercia

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voto 3 su 5 #lamiarecensione Il romanzo è estremamente toccante, perché al di là delle crude descrizioni di ciò che ha visto accadere ai propri compagni di sventura, al sangue versato, ai bisogni primari insoddisfatti, l'autore parla di una creatura che cerca di reagire. Primo Levi racconta di come, in un luogo in cui la morte era una compagna di viaggio quasi desiderata, per quanto tremende erano le condizioni di vita, scopre un'incredibile forza che smuove una passione naturale e pura per la vita. Il coraggio, la necessità di non lasciarsi andare, e un amore celato dalla sofferenza, ma pur sempre esistente, lo hanno indotto istintivamente a reagire, e questa reazione ha trovato significato nella scrittura, in parole da nascondere perché, nel campo, non era concesso neppure scrivere. Primo Levi nel libro Se questo è un uomo, oltre a raccontarsi, cerca di dare una spiegazione, una parvenza di ragionamento per trovare, se possibile, la causa che ha spinto degli essere umani ad annullare la personalità, l'individualità e l'esistenza dei loro simili. Nonostante la brutalità, dietro questazione violenta che priva lentamente della vita un altro individuo, non ci sono animali domati soltanto dall'istinto, ma una persona qualunque, di quelle che s'incontrano per strada o al lavoro. Non c'è nessuna forma di normalità dietro il dolore gratuito che viene inflitto, ed è questo il male radicale, quello perverso, che non può essere spiegato né gestito, ma che in qualche modo deve essere contenuto dentro il petto di chi ha subito l'esproprio della propria anima. E quando il protagonista di "Se questo è un uomo" riesce a sopravvivere e a uscire da Auschwitz con le proprie gambe, non è in grado di lasciare la propria sofferenza dietro il filo spinato del campo di concentramento, ma se lo porta addosso, oltre, per tutto il tempo che gli resta da vivere.
Se questo è un uomo pietrofotia1gmailcom

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voto 5 su 5 #lamiarecensione Questo è stato il primo libro letto da me, uno dei libri più splendidi che potesse mai scrivere Primo Levi. Sono stato sempre molto attratto da questo periodo soprattutto per quanto riguarda l'olocausto. (Ovviamente non per le sofferenze delle persone che ci sono passate). Aver letto cosa si è passato in quei campi di concentramento da una persona che ha passato ciò è davvero straziante. La parte dove Primo Levi racconta la rapina dei suoi averi, l'abbandono della propria famiglia, i lavori forzati a cui erano sottoposti, il gelo secco, il viaggio in treno trasportati come animali, la fame passata... se ci penso ancora rabbrividisco. Anche molto interessante le parti scritte in lingua tedesca dove si riesce a capire ciò che vuole dire a stento, seguendo il filo logico del discorso. Questo libro secondo me deve essere considerato un libro molto "suggestivo". Il protagonista ci è riuscito a farmi sentire triste ma nello stesso tempo ci è riuscito, tramite la curiosità, a farmi completare l'intera lettura del racconto.Ho sempre avuto un debole per questi generi ma soprattutto per Primo Levi.
Se questo è un uomo miguelito87

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voto 3 su 5 #lamiarecensione avevo letto questo libro alle superiori e ora ho deciso di comprarlo e rileggerlo perchè mi aveva veramente colpito. Scritto magistralmente è un documento importantissimo su quello che è stato l'orrore dei lager nazisti. Un libro che apre gli occhi, che ci fa vedere senza disincanto tutto l'orrore di cui le persone sono capaci verso i loro stessi simili. In questo libro si ripercorre tutto l'inferno dello scrittore protagonista, dalla deportazione alla permanenza dentro il campo di concentramento, ogni cosa, ogni mansione, ogni sopruso e ogni violenza vengono descritti in tutta la sua cruda realtà e la sofferenza passa in primo piano. Risulta però sorpendente vedere e intuire la forza d'animo e il coraggio che hanno spinto Levi alla sopravvivenza, guadagnata a morsi giorno dopo giorno, fino all'atteso giorno della liberazione. Mi sono commossa più volte e ritengo che questo libro debba essere letto d'obbligo dalle nuove generazioni, per impedire che simili orrori si ripetano ancora una volta, perchè a volte è troppo comodo e facile dimenticare e fare finta che nulla sia successo. Leggere per non dimenticare e per far rivivere queste pesone che qualcuno ha voluto cancellare dalla faccia della terra..
Se questo è un uomo lisetty

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voto 5 su 5 Primo Levi, nel campo di sterminio, diventa il numero 174517: è questo il primo passo verso la spersonalizzazione totale, verso quel processo che segna il più vile tentativo di trasformare degli esseri umani in "qualcosa" che li privava della loro dignità, dell'anima, in una contemporanea crudele distruzione del corpo, insieme a quella della mente. Eppure la vita cerca di avere il sopravvento e lotta per conservare un barlume di coscienza, sia nello scambio fra prigionieri dei pochissimi beni, sia nel cercare di ottenere un lavoro che garantisca un minimo di miglioramento nello strazio dei giorni sempre uguali, nel freddo dell'inverno polacco, vestiti di stracci. costretti ad assistere ad esecuzioni "esemplari", fiaccati da lavori pesanti, con sullo sfondo quel fumo acre dei forni di Birkenau. Eppure anche fra tanto dolore, Primo riesce a recitare un passo di Dante, a superare un difficile esame per entrare nel laboratorio di chimica, a curare i malati lasciati nel campo, in attesa dell'arrivo dei Russi, mentre gli altri vengono trascinati nella terribile marcia finale della morte. "Arbeit macht frei", la scritta che campeggiava beffarda sui cancelli del campo di Auscwitz, simbolo indelebile di quanto è accaduto, non è ancora oggi sufficiente a fermare il negazionismo, che vuole che l'Olocausto non sia mai esistito: Primo Levi avvertiva l'angoscia di non essere creduto, se e quando fosse tornato a casa, tanto era smisurato l'orrore di quanto stava vivendo. Dalla lettura di altri libri-testimonianza, oltre che da quello di P. Levi, ricorre questa paura e il silenzio nel quale molti si chiusero dopo la liberazione, forse per dimenticare, (se ciò fosse stato possibile) , forse per una sorta di vergogna che accompagnava le vittime incolpevoli, sia per l'essere sopravvissuti, mentre la maggior parte non si era salvato. Il tragico epilogo della vita di Levi dimostra quanto l'uomo, non più considerato tale nei campi di sterminio, non abbia potuto esserlo mai più come prima di quel tragico evento, come se nei prigionieri dei lager fosse morta, inevitabilmente, la parte umana, disumanizzata dagli aguzzini. #lamiarecensione
Se questo è un uomo romina2605

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voto 5 su 5 #lamiarecensione. Mi tuffai tra le righe di questo libro con il desiderio di arrivare allultima pagina per tirare quasi un sospiro di sollievo, come se per tutto il tempo avessi trattenuto il respiro. Quando iniziai a leggerlo avevo più o meno letà di Levi quando venne catturato. Quelletà in cui ti senti padrone della tua vita, progetti il tuo futuro, hai la certezza di una casa, la solidità di una famiglia, la serenità dei tuoi affetti, tanti giorni lieti e tristi come scrive Levi, che tuttora rimpiango per la loro normalità. Tutto inizia da quel viaggio, verso il fondo lascia senza parole limmagine che sembra quasi uscire da quelle pagine e diventare quasi visibile, di quelle madri che il giorno prima avevano accuratamente preparato i bagagli, lavato i bimbi, steso su quel filo spinato ad asciugare tutta quella biancheria infantile E quella domanda così ovvia nella rispostaSe dovessero uccidervi domani con il vostro bambino, non gli dareste voi forse oggi da mangiare? Spogliati di ogni indumento, delle scarpe, dei propri affetti, lasciate le donne, i bambini, rasati i capelli e la barba, marchiati sul braccio, inermi, barcollanti in piedi, derisi dalle SS che aprivano e sbattevano quella porta quasi a voler vedere come potessero contorcersi tutti quei fantasmi umani per proteggersi dal freddo Come potevano coesistere individui così tanto diversi, per usi, lingua, costumi, origine, cultura, tutti soggetti ad ununica legge fatta di insulti, percosse, umiliazioni, tutti rinchiusi tra i fili spinati si poteva uscire dalle righe, da quelle fila di uomini spenti, accompagnati da quella musica che suonava ad ogni ritorno dal lavoro si poteva uscirne e toccare quel reticolato elettrico, o gettarsi sotto ai treni in manovra Il lager era una macchina in cui quando si cambia, si cambia in peggio- La razione misera di pane giornaliera quel blocchetto grigio come descrive Levi, che sembrava così grande nelle mani del vicino, e così piccola da far piangere in mano propria Gli zoccoli, quegli scomodi zoccoli di legno, che ben descrive, alle cui suole si attaccava fango e neve, diventando sempre più pesanti, finchè un pezzo si staccava e una gamba pareva fosse un palmo più corta. Quella vita, se così si può definire, era in ogni momento in bilico, quando suonava quella campana, che al mattino segnava lora di alzarsi, quando suonava di giorno, voleva dire una sola cosa: clausura in baracca, una nuova selezione I giovani dicevano agli altri giovani che avrebbero scelto i vecchi, i sani dicevano agli sani che avrebbero scelto i malati Era uomo chi subiva e chi faceva ingiustizia, chi moriva e chi viveva per uccidere, chi colpiva e chi cadeva a terra, chi veniva deriso e chi rideva di lui Un libro da leggere, e da rileggere dopo anni, quando la percezione della vita stessa, per le mille vicissitudini che si susseguono nel cammino di ognuno, può essere diversa, non che si possa pensare di capire quello che è stato, ma capire forse un poco di più quanto valore abbia la vita. Romina
Se questo è un uomo napolitanorosalba

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voto 5 su 5 #lamiarecensione Avvincente, coinvolgente ed emozionante: un libro che si imprime per sempre, come un marchio a fuoco, nella memoria del lettore, come, per sempre, rimarrà inciso, nella carne del protagonista, il numero seriale identificativo; che ha la forza di un racconto storico ed autobiografico al contempo, senza incorrere, mai, nel facile e comune errore di un descrittivismo sterile ed impersonale, tipico di un romanzo storico, né in quello, altrettanto comune, di uneccessiva personalizzazione dei fatti accaduti, come spesso succede in un libro autobiografico; che, più di ogni altro, ha la capacità di svelare lo sgomento totale, lo stupore e lincredulità generale, per un accadimento così assurdo, quanto incomprensibile, così crudele, quanto insensato, attraverso il racconto di quei giorni interminabili, scanditi da azioni ripetitive ed automatiche, dal duro lavoro, dalla fame insaziabile, dai fumi dei compagni infornati, dagli ordini urlati, in una lingua incomprensibile, dal puzzo dellurina, raccolta in un unico secchio, da gettare fuori, a turno, nella notte gelida, a piedi nudi ed in pigiami di cotone. Lautore riesce, con uno stile scorrevole, asciutto ed impeccabile, a raccontarci la sua permanenza nel lager, in modo spietato, diretto, essenziale, seppur dettagliato, ma mai retorico. Una denuncia lucida, ma non accusatoria, che vuole indurre il lettore ad una riflessione profonda su quanto storicamente ed innegabilmente avvenuto, ergendosi a monito per le generazioni future, affinché ciò non accada mai più. Il protagonista ci lascia con un interrogativo disarmante, su una palese e tanto dura quanto cruda verità, sbattuta in faccia ai lettori, con lo stesso potere segnante e penetrativo delle frustate, subite allinterno del campo: come ritornare alla realtà di prima, al calore del proprio focolare, tra le gioie e la protezione delle mura domestiche e dei volti familiari, ai privilegi acquisiti, alle certezze della quotidianità, alle comodità di sempre, alla sacralità della vita, allinviolabilità della bellezza del creato - restando del tutto indifferenti davanti a quellimmane tragedia, facendo finta che nulla fosse mai avvenuto - quando si è visto e vissuto, in prima persona e sulla propria pelle, lorrore, la crudeltà, la follia, la prepotenza ed il nichilismo di quei momenti, sospesi, tra cielo e terra, in una dimensione spazio-temporale irreale ed indeterminata; quando si è vista la malvagità umana raggiungere livelli così sbalorditivamente bassi e profondi, forse mai raggiunti prima nella storia delluomo, da lasciare inesorabilmente increduli e con un incontrollabile senso di rabbia ed impotenza; quando la propria dignità umana è stata calpestata e strappata via, senza pietà, né scrupoli alcuni; quando si è stati svuotati del valore stesso della vita e ridotti a dei meri manichini, fatti di ossa umane e mossi dalla volontà meccanica di burattinai, a loro volta mossi dalla volontà di qualcun altro, divertiti alla vista di quellobbrobrio e che solo attraverso la sofferenza, gratuitamente inferta ad innocenti vittime sacrificali - ree solo di essere portatrici sane di quella inspiegabilmente tanto odiata, quanto rifiutata diversità, rispetto ai propri carnefici - riuscivano a dare un senso alla loro vita e a spezzare la noia, la monotonia e linutilità di quei giorni - senza mai porsi, in quasi la totalità dei casi, nemmeno per una volta, quella che sarebbe, invece, dovuta essere lunica, vera e semplice domanda: perché?
Se questo è un uomo ancastell

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voto 5 su 5 questo è uno dei libri che ogni persona dovrebbe leggere, per capire a fondo tutto il dramma e il dolore vissuto da quest'uomo e da chi, come lui, ha conosciuto l'orrore delle guerra e la persecuzione nazista. un dolore incancellabile rimasto indelebile nella memoria dello scrittore-protagonista fino alla fine dei suoi giorni
Se questo è un uomo mariafran62

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voto 5 su 5 #lamiarecensione Un opera che testimonia una esperienza di vita vissuta,raccontata nei dettagli dal protagonista che ci ha resi partecipi di tanta sofferenza,degradazione,paura e tristezza ma anche di speranza e rinascita,una lettura che nonostante gli orrori descritti rapisce e ci fa vivere mentalmente una parte di storia da non dimenticare e per non dimenticare.Di grande importanza per le scuole e le nuove generazioni.
Se questo è un uomo napolitanorosalba

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voto 5 su 5 Avvincente, coinvolgente ed emozionante: un libro che si imprime per sempre, come un marchio a fuoco, nella memoria del lettore; che resta inciso nella mente, così come il numero identificativo è inciso per sempre nella carne del protagonista; che ha la forza di un racconto storico ed autobiografico al contempo, senza incorrere mai nel facile e comune errore di un descrittivismo sterile ed impersonale, tipico di un romanzo storico, né in quello, altrettanto comune, di un'eccessiva personificazione dei fatti accaduti, come accade spesso in un libro autobiografico; che, più di ogni altro, ha la capacità di svelare lo sgomento totale, lo stupore e l'incredulità generale, per un accadimento così assurdo, quanto incomprensibile, così crudele, quanto insensato, attraverso il racconto di quei giorni interminabili, scanditi da azioni ripetitive ed automatiche, dal duro lavoro, dalla fame inestinguibile, dai fumi dei compagni infornati, dagli ordini urlati, in una lingua incomprensibile, dal puzzo dell'urina, raccolta in un unico secchio, da gettare fuori, a turno, nella notte fredda, a piedi nudi ed in pigiami di cotone. L'autore riesce, con uno stile scorrevole, asciutto ed impeccabile, a raccontarci la sua permanenza nel lager, in modo spietato, diretto, essenziale, seppur dettagliato, ma mai retorico. Una denuncia lucida, ma non accusatoria, che vuole indurre il lettore ad una riflessione profonda su quanto storicamente ed innegabilmente accaduto, ergendosi a monito per le generazioni future, affinché ciò non accada mai più. Il protagonista ci lascia con una domanda finale: come ritornare alla realtà di prima, al calore del proprio focolare, tra le gioie e la protezione delle mura domestiche e dei volti familiari, ai privilegi acquisiti, alle certezze della quotidianità, alle comodità di sempre, alla sacralità della vita, all'inviolabilità della bellezza del creato, quando si è visto e vissuto, in prima persona, sulla propria pelle, l'orrore, la crudeltà, la follia, la prepotenza ed il nichilismo di quei momenti, sospesi, tra cielo e terra, in una dimensione spazio-tempo irreale ed indeterminata? #lamiarecensione -
Se questo è un uomo mariafran62

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voto 5 su 5 #La mia recensione Un opera da leggere con grande attenzione,una grande testimonianza di vita vissuta,di dolore,degradazione, sofferenza e infine di speranza e rinascita ,un libro che tutti devono conoscere per non dimenticare mai affinchè non si ripetano certi orrori,con la sua storia l'autore ci ha reso partecipi di una parte della storia del nostro paese,letto piu' volte e sempre interessante ,lo consiglio soprattutto alle nuove generazioni e come base di studio per le scuole
Se questo è un uomo cbacchimaterialconnexioncom

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voto 5 su 5 #LAMIARECENSIONE Se questo è un uomo. Ho fatto decisamente fatica a riprendere in mano la terribile testimonianza del grande scrittore nonché scienziato Primo Levi, ma dovevo farlo. Ho preso finalmente coraggio e lho riletto, non come ai tempi della scuola, ma come donna adulta e provata dallesperienza quotidiana della vita. Per me stessa. Per fermarmi e pensare. Mentre noi tutti ci disperiamo se il nostro smartphone si blocca o se il pc si infetta, un essere umano lottava per sopravvivere alle più barbare delle angherie commesse dalluomo stesso. Lottava per la vita resistendo ogni giorno a non cedere alla tranquillità della morte. La morte ti libera, ma non rende giustizia. Primo Levi da grande uomo giusto che era ha lottato per tutti noi, resistendo ogni giorno nel campo nazista di Auschwitz a tutti i soprusi che gli ebrei, in quanto considerati esseri inferiori, avevano il diritto di subire. La sua testimonianza è il dono più prezioso per tutti noi e tutti, dico tutti, devono rendere onore a questo Uomo memorizzando ogni sua parola, delicata, triste, terribile ma vera. Mentre rileggo questo libro lindignazione, la rabbia e lo sgomento mi pervadono lanima e un pianto incontrollato libera la mia mente da ogni mia stupida preoccupazione. Arrivata alla fine, richiudo delicatamente questo libro come se fosse il mio diario segreto. Levi non ci insegna a restare semplicemente vivi, ma a vivere per poter insegnare.
Se questo è un uomo giuliamalloggi

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voto 3 su 5 #lamiarecensione Testo incredibile, da leggere almeno una volta nella vita. Attraverso i racconti di Levi è possibile capire veramente cosa abbiano dovuto sopportare questi uomini e queste donne. Sono i racconti della vita quotidiana che ci fanno entrare completamente all'interno del campo, capire cosa dovessero fare per sopravvivere. Incredibile leggere come Levi si sentisse in qualche modo "privilegiato" nonostante la situazione, ma lui capiva che il suo lavoro probabilmente gli avrebbe salvato la vita. Bellissimo leggere racconti di solidarietà tra prigionieri, fa sperare che un briciolo di umanità possa rimanere e salvarci in ogni situazione. Anche il racconto del rientro a casa è denso di significato riuscendo a trasmettere tutta lansia e la voglia di ritornare al proprio paese e la paura di non riuscirci allo stesso tempo. Dovrebbe essere inserito come testo obbligatorio nelle scuole superiori. Inoltre il modo di scrivere di Levi facilita la lettura, rendendola scorrevole nonostante il tema. Una testimonianza senza pari, che consiglio a tutti.
Se questo è un uomo francescoamato4

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voto 5 su 5 #lamiarecensione Ci sono libri che devono essere letti da tutti almeno una volta nella vita e "Se questo è un uomo" rientra senza dubbio in questa categoria. Leggere il racconto di un sopravvissuto ad un campo di concentramento dovrebbe essere monito perpetuo contro la barbarie di cui è capace il genere umano. Uomini contro uomini. Una follia che ha segnato la storia ma che, osservando il nostro presente, non è poi così lontana. Resta il fatto che il libro di Levi ci restituisce uno spaccato senza precedenti della vita nei lager, là dove sono passati milioni di persone e milioni di persone sono morte solo per avere la colpa di essere diversi. Nonostante sia stato scritto 60 anni fa, questo libro è quanto mai attuale perché il razzismo ha solo cambiato forma: se tutti potessero leggere questa testimonianza di vita, probabilmente ci sarebbe meno diffidenza verso il diverso. Alcuni passi soprattutto spingono alla riflessione e quasi sorprende la freddezza con cui Levi ci racconta la sua esperienza nel lager. Grazie allo sforzo che ha profuso per ripercorrere le più drammatiche pagine della storia umana, noi oggi abbiamo la fortuna di poter accedere alla più preziosa delle testimonianze sullOlocausto.
Se questo è un uomo concetta1994

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voto 5 su 5 Il libro Se questo è un uomo è stato scritto tra il 1945 e il 1947 da Primo Levi.In questo romanzo lautore racconta la sua tragica esperienza vissuta nei campi di concentramento, durante la Seconda guerra mondiale.Lo scrittore racconta come il lager nazista sia pensato appositamente per trasformare gli uomini in vere e proprie bestie, costretti a lottare gli uni contro gli altri per la sopravvivenza.Gli abitanti sono obbligati ai lavori forzati, denutriti e privati persino del nome, sostituiti da un numero marchiato sulla pelle, proprio come fossero animali da macello, spogliati di qualsiasi bene e divisi dalle proprie famiglie.
Se questo è un uomo gabrogio

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voto 5 su 5 #lamiarecensione La parte più importante, e suo grande punto di forza, del libro è la sua triste realtà. Non si tratta di una semplice distopia letteraria alla Orwell o alla Bradbury, frutti della penna di fantasiosi romanzieri, si tratta di una biografia di eventi reali e vissuti. Levi è riuscito a incanalare sensazioni, gioie, tormenti e passioni vissute e condivise purtroppo da milioni di persone, comunicando il tutto con una forte empatia riuscendo al tempo stesso a rendere il racconto distaccato nella minuziosità dei suoi dettagli, bilanciando sapientemente il pathos e l'asetticità nelle numerose descrizioni. Con "Se questo è un uomo", Levi riesce a raggiungere il suo obiettivo ultimo, dove la storia stessa fallisce clamorosamente: la conservazione e trasmissione della memoria collettiva, affinchè tutto ciò non si possa più ripetere, affinchè un uomo non debba più perdere la sua inviolabile dignità, possa sempre farsi chiamare e considerare uomo, affinchè il passato non diventi attualità. Libro da far assolutamente leggere a tutti, essendo un libro che trascende le generazioni e le nazionalità, perchè composto da vere e cruente pagine di storia, così simili in troppe parte del mondo.
Se questo è un uomo lmagenta

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voto 3 su 5 #lamiarecensione E uno dei pochissimo libri che ho letto sue volte, in due momenti diversi della mia vita. La prima volta ne ho apprezzato limportanza in termini di testimonianza storica i quanto accaduto: la descrizione, priva di ogni retorica, della vita nei campi di concentramento rende un quadro terribile di quanto è accaduto e della quotidianità cui dovevano far fronte i prigionieri. La seconda volta ne ho invece colto il messaggio di speranza universale e di forza che il libro trasmette: se Primo Levi è riuscito a sopravvivere a tanto orrore senza rimanerne intaccato, rimanendo integro psicologicamente, e riuscendo a descriverlo in modo così puntuale e distaccato, nessuno di noi dovrebbe trovare scuse nel rinchiudersi nellautocommiserazione o a scendere negli inferi dellodio in nome della sopravvivenza. Un libro adatto a tutti e ancora molto attuale, anche oggi quando la seconda guerra mondiale, e tutto quanto accaduto in quegli anni, sembra lontana perché accaduta nel secolo scorso, ma proprio per questo da non dimenticare.
Se questo è un uomo ariosazzz

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voto 5 su 5 Credo che tutti almeno una volta nella vita debbano leggere Primo Levi, non solo per il valore di testimonianza storica diretta, perchè la memoria degli orrori della storia non deve affievolirsi. Va letto anche per il pregio della scrittura che graffia lanima, la attraversa, vi incide con caratteri indelebili un monito perenne: mai più! Leggere Levi aiuta a capire quel che è stato il più feroce sterminio di un popolo, togliendoli ogni dignità, svuotandolo dentro, annichilendolo psicologicamente, fino a farlo coincidere con quella di nebbia perenne di Auschwitz. Rileggete "Se questo è un uomo" e non solo la toccante poesia iniziale, ma tutto il diario, parola per parola e poi ditemi se si può perdonare.
Se questo è un uomo marvenik

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voto 5 su 5 Il più importante libro sulla shoah. L'incredibile, ma purtroppo vera e dolorosissima, esperienza dello scrittore nel campo di concentramento nazista di Auschwitz. Un libro che rimarrà sempre nella storia a futura e perenne memoria perchè le atrocità descritte da Primo Levi non avvengano mai più.
Se questo è un uomo lmagenta

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voto 5 su 5 #lamiarecensione E' uno dei pochi libri che ho letto 2 volte, in due fasi della mia vita. La prima volta mi è servita per apprendere la storia nei particolari: la descrizione della vita nel campo non lascia spazio a interpretazioni, dubbi o fantasie. La seconda volta l'ho riletto cercando di cogliere il messaggio di vita che alla fine ho trovato nel libro. Primo Levi è sopravvissuto all'inferno del campo diventando un esempio di come la speranza e la forza non devono mai essere abbandonati. Aggiungo infine che lo stile narrativo risulta molto scorrevole e adatto a qualsiasi età.
Se questo è un uomo lorenzo1617

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voto 5 su 5 Un libro che tutte le persone dovrebbero avere nei propri magazzini mentali. Levi ci spiega con estrema accuratezza cosa è significato sopravvivere a un lager nazista. Auschwitz, non un semplice campo di sterminio ma uno di lavoro, ove gli umani bestializzati cercavano di arrivare alla fine della giornata solo per poter riposare poche ore su di una branda scomoda. Un ricordo particolare va all economia del lager: Levi ci spiega come del comune pane poteva diventare una preziosa merce di scambio. Insomma un capolavoro che servirà per non dimenticare mai. #lamiarecensione
Se questo è un uomo stefattila85

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voto 3 su 5 Considerate se questo è un uomo Che lavora nel fango Che non conosce pace Che lotta per mezzo pane Che muore per un sì o per un no. Non ci sono altre parole per descrivere questo libro, è uno di quei libri che vanno letti e fatti leggere per cercare di capire uno dei periodi più bui della storia.
Se questo è un uomo biancodanialiceit

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voto 4 su 5 Fa sempre male sentire dove può arrivare l'ignoranza e la cattiveria di un uomo in questo caso verso un suo simile. Quanto male senza senso è stato fatto... queste letture dovrebbero insegnare a non ripetere più queste azioni vergognose. Libro molto chiaro che va dritto al cuore.
Se questo è un uomo gladiatore1234

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voto 5 su 5 Libro stupendo. Scritto molto bene e si legge in maniera scorrevole. Non è solo un capolavoro della letteratura italiana, ma è anche uno di quei libri che tutti dovrebbero leggere almeno una volta nella propria vita.
Se questo è un uomo federicalv

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voto 5 su 5 Un libro di testimonianza da parte del sopravvissuto più famoso in Italia. Uno degli eventi più tristemente noto raccontato da chi lo ha visto con i propri occhi e vissuto sulla propria pelle. Primo Levi, prigioniero nel campo di concentramento di Auschwitz, narra in dettaglio la sua esperienza personale in quel luogo di dolore e sofferenza. E veramente interessante conoscere dettagli della vita condotta dagli ebrei detenuti contro il loro volere, l'organizzazione gerarchica, il funzionamento del campo stesso. Non c'è niente di più affascinante che leggere testimonianze di chi la storia l'ha vissuta, sebbene si tratti di una parte della storia che ricordiamo senza gioia alcuna. Solo venendo a conoscenza degli errori del passato si può evitare che vengano commessi gli stessi sbagli. Coloro che abitavano nei pressi dei campi di concentramento o non sapevano o non volevano sapere. Ma il mondo doveva sapere ed è questo il motivo che ha spinto Primo Levi a scrivere questo splendido libro. L'appendice aggiunta in seguito, con le risposte dell'autore alle domande che gli venivano poste più spesso in seguito alla pubblicazione, è interessante quanto il racconto stesso. Consigliatissimo. #lamiarecensione
Se questo è un uomo enzobellini98

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voto 4 su 5 Una storia emozionante come poche. Una storia che ti prende. E' scritto molto bene. Non è come te lo raccontano a scuola, che in un modo o nell'altro te lo fanno odiare, ma molto meglio. Lo consiglio soprattutto ai ragazzi, in modo da capire le cose belle della vita. Acquistatelo, è un libro che merita! #lamiarecensione
Se questo è un uomo frankm95

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voto 5 su 5 #lamiarecensione Ciò che colpisce l'atmosfera che si respira in ogni singola pagina, dal viaggio in treno fino all'uscita dal campo di concentramento. Un'atmosfera di straniamento, come se la realtà fosse cristallizzata in una dimensione atemporale di crudeltà, orrore e distruzione. Distruzione dell'uomo, della sua anima, della sua mente, del suo corpo. Siamo catapultati in un posto in cui non esiste la dignità, dove non esiste il rispetto, dove non esiste l'empatia, dove non esiste l'uomo. Ma è davvero possibile una tale crudeltà, un tale delirio di onnipotenza? È davvero questo un uomo? Può essere questo un uomo? Fino a dove può condurre la paura del diverso? Sono interrogativi a cui lo stesso Primo Levi non è in grado di dare una risposta, ma ciò che conta è che rimangano sempre presenti nelle nostre menti. Per non dimenticare e, soprattutto, non ripetere.
Se questo è un uomo elvira32

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voto 5 su 5 Se questo è un uomo è un'opera memorialistica di Primo Levi scritta tra il dicembre 1945 ed il gennaio 1947. Rappresenta la coinvolgente ma meditata testimonianza di quanto vissuto dall'autore nel campo di concentramento di Monowitz. Levi sopravvisse infatti alla deportazione nel campo di Monowitz, lager satellite del complesso di Auschwitz e sede dell'impianto Buna-Werke
Se questo è un uomo giulia_scala

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voto 3 su 5 Un libro che andrebbe letto in diversi momenti della vita, da giovani per capirlo, da ventenni per apprezzarlo e morire, parola dopo parola, insieme all'autore. Parole che cambieranno la vita a chiunque le saprà apprezzare e conservare nel cuore per sempre. Primo Levi è un uomo prima che essere un autore, sa trasmettere un messaggio importantissimo: non accettare che qualcuno non rispetti la condizione stessa dell'essere umano, dove la dignità umana è la chiave per la sopravvivenza. #lamiarecensione
Se questo è un uomo susanbrunelli

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voto 5 su 5 E' uno dei classici della nostra letteratura e racconta un vicenda che ha segnato per sempre a nostra storia. Va letto assolutamente, perché non dobbiamo ignorare quanto è accaduto, e perché, oltre al dramma dell'olocausto, racconta la vicenda privata dell'autore: deportato in campo di concentramento, per salvarsi la vita, Primo Levi accettò di collaborare come chimico con i Nazisti, effettuando esperimenti sui corpi delle vittime. La figlia non gli perdonò questa sua decisione e il rimorso non lo abbandonò mai, al punto da decidere, molti anni dopo, nellAprile del 1987, di togliersi la vita. Anni fa, quando frequentavo la Scuola al Teatro Verdi di Padova, lo rappresentammo al termine del secondo anno. Ricordo di essere rimasta colpita dall'arte di Primo Levi e dal fatto che riuscì ad inserire anche elementi artistici e poetici nella narrazione di una simile tragedia. La sua volontà di salvare l'uomo dall'orrore della distruzione ha reso il suo racconto un vero classico, che non può mancare nella nostra libreria.
Se questo è un uomo ciarina15

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voto 3 su 5 L'autore riporta passo per passo la tragedia umana vissuta e fa rabbrividire pensare come gli uomini possano arrivare a tanta malvagità in nome di una perfezione inesistente. Importante a mio avviso proporle ai giovani ora lontani da questi tempi di orrore vissuti in Europa ma che ancora oggi nei paesi in guerra probabilmente ancora si propongono.
Se questo è un uomo paparente

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voto 3 su 5 Un capolavoro purtroppo non frutto di fantasia.In un'epoca in cui stanno ritornando fantasmi e muri del passato bisogna necessariamente leggere questo libro per non dimenticare quello che è successo nel secolo scorso perché se è successo potrà ancora succedere.
Se questo è un uomo samy2302

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voto 5 su 5 #lamiarecensione Uno scritto che ti lascia l'amaro in bocca perché sai che nulla di quello che leggi è invenzione. Intenso e comunque mai scontato, nonostante il tema trattato, nonostante la sofferenza che si può provare nel leggere, trascina il lettore nella sua trama e lo porta a volere arrivare in fondo il prima possibile sia per alleviare le sensazioni provate (molto forti), sia per il bisogno di conoscenza sempre maggiore di quanto è scritto. Un viaggio all'interno di una realtà che a me sembra molto lontana ma che immagino come una vita dentro la vita di queste persone, una parte dei loro anni vissuti come un'esistenza parallela che interrompe (per i sopravvissuti) l'ordinario riprendendo dopo la liberazione, in maniera totalmente sconvolta e diversa. La narrazione magistrale lo rende ancora più reale, quasi come fosse vissuto dal lettore. Il modo in cui è narrato risulta di facilissima lettura e per questo penso che, racconti di storia come questo, classici capolavori come questo, dovrebbero essere letti da chiunque.
Se questo è un uomo samy2302

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voto 5 su 5 Un libro dal contenuto forte per via della storia, perchè sai che nulla della narrazione è "inventato", scritto magistralmente quindi più reale e "lacerante" che mai.
Se questo è un uomo ediand

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voto 5 su 5 #lamiarecensione Un libro che ognuno dovrebbe leggere, sopratutto i giovani che purtroppo hanno sempre meno possibilità di confrontarsi con i pochi scampati ai campi di sterminio. Levi è davvero capace di essere testimone evitando le influenze di odio e rabbia, i giudizi e per questo ancorapiù vero. Lo scrittore parla solo delle cose che ha vissuto in prima persona, perchè come dice lui stesso, delle altre ne hanno scritto fin troppo, e non avendole vissute avrebbe scritto le stesse cose che già si sanno. Nel suo romanzo autobiografico egli riesce a revocare ed esorcizzare quel terribile anno di prigionia nel lager nazista. Egli lo fa con estrema vivacità nelle descrizioni che nulla risparmiano al lettore. E' il racconto di milioni di uomini, donne e bambini privati del loro poter vivere, sottoposti a sevizie, esperimenti perpetrati da menti malate e infine ridotti alla morte e di quelle poche centinaia di sopravvissuti che con estremo coraggio e forza d'animo sono riuscite a mantenere la coscienza viva e a non farsi schiacciare dalle difficilissime condizioni di vita del lager per poi poter testimoniare alle future generazioni quello che ancora oggi in tanti cercano di confutare. Un saggio veramente unico e toccante.
Se questo è un uomo plan_82

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voto 3 su 5 #lamiarecensione Primo Levi in «Se questo è un uomo» ci restituisce uno tra più toccanti memoriali della Shoah. Il punto di vista è quello di un deportato nel campo di concentramento di Auschwitz nel quale l'autore, poco più che ventenne, riuscirà a sopravvivere. Il lager nella narrazione di Levi è descritto come una realtà incredibilmente alienante nella quale uomini e donne sono vittime di ogni sopruso: dalla tortura fisica a quella, se possibile ancora peggiore, mentale e morale che annulla completamente le emozioni. Lumiliazione diventa dunque aberrante e palesa assieme lassenza di limiti e tutta la banalità del male. Il tempo trascorso nei lager, e tutte le vicende accorse, segnano inevitabilmente la vita di Primo Levi, condizionandone la mente e lo spirito e costringendolo anni dopo, quando ormai era divenuto uno scrittore di fama internazionale, al suicidio. Sebbene ricordato principalmente per «Se questo è un uomo», Levi fu infatti autore di altri romanzi da «La tregua», che narra il viaggio di ritorno da Auschwitz, a «La chiave a stella» - ma soprattutto è stato uno tra i più grandi scrittori di racconti del Novecento: memorabili quelli contenuti in «Storie naturali», «Il sistema periodico», «Lilit» e «Vizio di forma».
Se questo è un uomo ediand

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voto 3 su 5 Un libro che ognuno dovrebbe leggere, soprattutto i giovani che purtroppo hanno sempre meno possibilità di confrontarsi con i pochi scampati ai campi di sterminio. Levi è davvero capace di essere testimone evitando le influenze di odio e rabbia, i giudizi e per questo ancora più vero. Lo scrittore parla solo delle cose che ha vissuto in prima persona, perchè come dice lui stesso, delle altre ne hanno scritto fin troppo, e non avendole vissute avrebbe scritto le stesse cose che già si sanno. Nel suo romanzo autobiografico egli riesce a revocare ed esorcizzare quel terribile anno di prigionia nel lager nazista. Egli lo fa con estrema vivacità nelle descrizioni che nulla risparmiano al lettore. E' il racconto di milioni di uomini, donne e bambini privati del loro poter vivere, sottoposti a sevizie, esperimenti perpetrati da menti malate e infine ridotti alla morte e di quelle poche centinaia di sopravvissuti che con estremo coraggio e forza d'animo sono riuscite a mantenere la coscienza viva e a non farsi schiacciare dalle difficilissime condizioni di vita del lager per poi poter testimoniare alle future generazioni quello che ancora oggi in tanti cercano di confutare. Un saggio veramente unico e toccante. #lamiarecensione
Se questo è un uomo gianburrasca31

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voto 5 su 5 Primo Levi racconta la propria devastante esperienza nei campi di concentramento con lucidità, quasi come se osservasse la situazione dall'esterno. Profondissimo è invece il senso di rabbia, di dolore, di impotenza di fronte a una grande tragedia del novecento, che scaturiscono dalle sue parole e riflessioni. Ho letto molti libri sulla Shoa ma Primo Levi è inarrivabile nella sua sensibilità; alcuni passi sono, a ragione, degni di essere citati come alto esempio di letteratura e a perenne monito per i posteri. #lamiarecensione
Se questo è un uomo alessiocrisantemigmailcom

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voto 3 su 5 Un libro che rappresenta una delle opere imprescindibili della nostra letteratura, che non potrà né dovrà mai essere dimenticato. Proprio per il messaggio lasciato ai posteri dall'autore: "Se è già accaduto, puà accadere di nuovo". #lamiarecensione
Se questo è un uomo manfredi2004

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voto 5 su 5 Una storia che corrode la pelle, senza mai realmente averla vissuta, lacrime che sgorgano incontenibili, piangendo persone che non si conosceranno mai, un'incontenibile dolore nel profondo che provi senza mai aver conosciuto realmente qui lunghi e interminabili pochi anni. Egle Calamia
Se questo è un uomo lellobrri

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voto 5 su 5 Un libro la cui storia è bene o male conosciuta e scritto molto bene. Molto interessanti le parti in cui Levi spiega come funzionava il campo e le risposte alle domande che gli sono state poste nel corso degli anni.
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