"Non è mica detto che un figlio arrivi subito." In effetti no, per Roberta ed Eugenio, una coppia normale, una coppia come ce ne sono milioni, il figlio, la figlia che desiderano non arriva subito. Anzi, sembra non voler arrivare mai. Più volte nel ventre di Roberta qualcosa inizia ad accadere, ma nessuna gravidanza prosegue. Eugenio e Roberta provano con l'inseminazione artificiale, ma non funziona nemmeno quella. I mesi e gli anni passano e l'attesa si fa intollerabile, come se uno stesso giorno ripiegato su se stesso si ripetesse all'infinito, un giorno di figli desiderati, sfiorati, e poi perduti. L'esplorazione interminabile dell'incertezza li conduce al limite, come singoli individui e come coppia, ma li fa anche evolvere, ed Eugenio e Roberta, in un gesto di resilienza e di libertà, non si arrendono. Decidono di affidarsi al mare imprevedibile dell'adozione, di affrontare le pratiche, i colloqui, la burocrazia. Decidono di esercitare e guarire le loro anime per trovare la forza di prendere un ultimo respiro prima del tuffo. Decidono di affidarsi a un sogno che li porterà altrove nel mondo. Questo romanzo è la storia di una paternità desiderata, cercata, sofferta. Una vicenda individuale che grazie alla forza della letteratura diventa universale, una singola voce, voce di un uomo, voce di un padre, che si fa coro di una moltitudine di donne e di uomini, della loro volontà di essere famiglia, di donarsi, di amare.
CAPACE DI EMOZIONARE
Di questo libro ho apprezzato molto la capacità di trattare temi difficili di cui si parla raramente, quasi fossero un tabù, come quello dellaborto spontaneo e della difficoltà ad avere figli quindi il tema delladozione e del suo difficile e lungo percorso.
Ma questi non sono i soli temi affrontati in questa autobiografia dove si ritrova anche il racconto di un uomo che deve fare i conti con dei problemi fisici che gli impediscono di seguire la sua grande passione, quella dellarrampicata.
Davanti alle difficoltà che la vita ci presenta la scala delle priorità si trasforma e si ritrovano le vere cose importanti che sono lamore per il partner e per i figli e lamicizia e attraverso queste si riesce a ridare un senso (anche più grande) alla propria vita.
Il libro riesce ad emozionare e ti porta a leggerlo dun fiato rischiando persino di perdere qualche descrizione davvero intensa e poetica dellautore.
Sei sempre stato qui
giadacampus - 05/12/2016 11:34
5/
5
Il romanzo di Eugenio Gardella è un dialogo intimo, scorrevole, dosato sapientemente nelle parti più emozionali. Il tema è privato, preciso, profondo. Leggere Sei sempre stato qui è stata una rincorsa alla parola successiva, unimmersione in piena regola tra le pagine di un romanzo dai temi forti, intriso di gioia e sofferenza, di scelte e di rinunce, di speranza e di riscatto. La genitorialità è un tema importante che tocca più o meno tutti da vicino, che coinvolge appieno anche chi decide di non fare la scelta della vita. E un romanzo che stimola i tasti giusti, quelli dellemozione, che brucia la pelle, portandone via uno strato. Forse perché quel futuro di speranze, come scrive lautore, non lascia liberi: incastra. Gardella ha scelto di inserire nel suo testo i dialoghi essenziali, di non sprecare parole, di utilizzare quelle del suo dialogo interiore. Penso che sia stata una scelta piuttosto spontanea e che, con tutta probabilità, abbia rispettato lesigenza di introspezione e quella di dialogo, sempre presente tra autore e personaggio. Ho trovato il romanzo un monologo interessante che lascia spazio alla riflessione congiunta tra autore e lettore, potente e accattivante quando descrive la rabbia e quando la esprime. Il lettore si sente chiamato in causa, partecipe, colpevole, assolto. Il romanzo è delicato, proprio come il bambino magico che descrive. Lo consiglio.
gin23gin - 05/12/2016 12:35
giadacampus - 05/12/2016 11:34