Tra un'informazione sempre più guidata e gridata, perennemente tesa a creare notizie vuote e a lasciar cadere quelle importanti, e una generazione politica, post-ideologica, magari anche onesta, ma cinica e narcisista, incapace di rispondere alle richieste della gente, di capirne i bisogni e le sofferenze come si muove un giornalista che nell'acqua del potere è abituato a nuotare? E' la domanda che ricorre in questo libro. Padellaro ha scritto un libro risentito e dolente, che alterna una riflessione profonda sulla stampa, sui suoi silenzi e le sue scelte, agli incontri televisivi e privati con Berlusconi e accoliti, critiche non marginali ai comportamenti dell'attuale classe dirigente a colloqui e dibattiti con i colleghi più stimati, da Rinaldi a Pansa. E' un diario che registra le inquietudine e le ansie di chi vorrebbe cambiare metodo, recuperare 'un cuore', ed è, al contempo, una narrazione che nelle immagini del disastro impunito sembra identificare la metafora di una possibile disfatta elettorale.