Esplosa negli anni Sessanta, la "moderna avventura umana" della Sex Revolution attraversa come un fiume in piena le capitali del mondo occidentale a marchiarle di un sapore particolare. Dalla New York di Andy Warhol alla fiammeggiante Londra di Mary Quant e dei Beatles, dalla Parigi dove ferve il più sofisticato drappello di erotologi ed erotomani, alla Milano nelle cui strade volteggia una ragazza che quando cammina "produce infedeltà": la Valentina di Guido Crepax, creatura di carta ma di stupefacente realtà. Maledetta dalle femministe del tempo, così come era stata stramaledetta la sconvolgente protagonista di "Histoire d'O", Valentina è la prima eroina moderna della cultura italiana. Una ventenne fiera di sé e della sua bellezza, esuberante e imprendibile, nella quale si riconosceranno tante ragazze nate nei fatali anni Quaranta. Gli anni in cui in un'Europa sommersa dalle bombe della seconda guerra mondiale vagiscono gli eroi e le muse della generazione che si avventerà sul mondo a rivoluzionarlo, a colpi di minigonne e di chitarre rock. Ragazzi e ragazze che vogliono di più e di tutto, e che per questo sono disposti a danzare sulle soglie dell'abisso, a rischiare l'anima, perché è l'anima in gioco ogni qual volta si debutta nei sentieri inediti dell'erotismo. Muse scalpitanti e drammatiche come Rita Renoir, che inventa a Parigi lo spogliarello intellettuale, o Nico, la bionda cantante tedesca alla cui bellezza porteranno un omaggio tanti dei protagonisti della musica moderna, da Bob Dylan a Leonard Cohen. Donne che si giocano tutto, perché tutto della loro vita è in gioco e tutto cozza contro i valori che hanno ereditato dai loro padri. Molte soccomberanno lungo la strada dell'autodistruzione: la stessa Nico, la francese Zouzou, che fece perdere la testa agli uomini del suo tempo, da Jack Nicholson a Bernardo Bertolucci. E' stata la pillola contraccettiva e non la classe operaia a cambiare davvero il mondo, scrive Giampiero Mughini, che zigzaga tra romanzi semiclandestini, foto di donne che hanno l'aria di non negarsi nulla, fumetti scabrosi, canzoni rock, conturbanti immagini pubblicitarie, fantasie estreme di scrittori e fotografi talvolta a metà strada tra la poesia e la pornomania. "Sex revolution" è insieme l'autobiografia di una generazione, l'apologia del tempo in cui tutto nella vita quotidiana prendeva una forma e un ritmo nuovi, un ragguaglio originale e impervio della cultura moderna. Fors'anche un manifesto a favore dell'ultima utopia e dell'ultima libertà possibile. Quella dell'attesa desiderante, dell'immaginazione erotica.