Del passaggio a Universal, Sfera Ebbasta ci ha detto di non essere stato condizionato quasi per niente, se non per il fatto di sapere che si sarebbe andatoa rapportare con un pubblico più vaso: "Volevo fare il mio", ha sottolineato il rapper. E in effetti è così: il disco non si discosta di molto dal precedente "XDVR", anche se fatto di una pasta totalmente diversa. Si sente che c'è lo zampino di Sfera Ebbasta, anche se l'album è più maturo rispetto al precedente. Le sonorità trap che avevano caratterizzato "XDVR" ci sono anche qui, d'altronde sono l'elemento caratteristico di Sfera Ebbasta, ma al loro fianco troviamo anche altre atmosfere. Se vi era piaciuto "XDVR" e l'immaginario di Sfera Ebbasta, potreste rimanere sorpresi: il rapper esce dallo schema di 'fai i video, spacchi, ti conoscono solo i ragazzini perché fai tante visualizzazioni' e fa il passo successivo, cercando di riconfermarsi.
"Cartine Cartier" è frutto della collaborazione con la superstar francese SCH, ma il cuore di "Sfera Ebbasta" è rappresentato da "BRNBQ" (si legge "bravi ragazzi nei brutti quartieri"), un altro inno dedicato alla realtà giovanile delle periferie, e "Figli di papà".
jacopo_nudo - 23/10/2016 22:09