La storia di Israele e della questione palestinese si svolge attraverso una lunga serie di guerre, attentati, complotti e promesse mancate. Da mezzo secolo a questa parte non c'è stato un solo anno in cui si riuscisse a far tacere completamente la voce dell'odio e delle armi, per lasciare spazio a una trattativa concreta e conclusiva, in grado di dare da un lato sicurezza e pace allo Stato ebraico, e da un altro dignità di Stato ai Territori palestinesi. Negli ultimi anni, dapprima timidamente poi con sempre maggior forza, si è affermato un movimento d'opinione pacifista, che chiede la sospensione delle ostilità da entrambi i versanti, l'apertura di una trattativa a oltranza e, quindi, la fine immediata degli attentati suicidi da parte delle organizzazioni integraliste, come pure dell'occupazione dei Territori da parte dell'Esercito israeliano. Ultimamente si è aggiunto un gruppo di militari riservisti veterani dell'Esercito di Israele che, pur dichiarandosi ancora leale agli ideali del Sionismo e ai fondamenti dello Stato ebraico, si è rifiutato di continuare a prestare servizio nei Territori. La recente elezione del moderato Abu Mazen ai vertici dell'Autorità Palestinese fa oggi sperare che finalmente si costruiscano le condizioni per sedersi al tavolo dei negoziati e si dia luogo a una 'Road Map' credibile per giungere all'istituzione di uno Stato palestinese sovrano, con la supervisione decisiva del Gruppo dei Quattro (Onu, Stati Uniti, Europa, Russia) e, soprattutto, rispettando il diritto di Israele alla sicurezza. Questo libro è una guida storica per ripercorrere le molte tappe di una pace mancata, ma anche una voce di speranza e di ragionevolezza per una società dilaniata dall'odio irrazionale, dall'angoscia e dalle bombe. Perché, quando sembra che non ci sia altra alternativa che la guerra, allora vuol dire che non c'è altra alternativa che la pace. Il capitolo sull'ideologia del kibbutz è stato realizzato congiuntamente da Cristiano Cenci e Adriana Garroni, la parte relativa ai rapporti tra Usa e Israele e quella sugli interessi dell'Unione Sovietica e la Russia postsovietica in Medioriente sono dovute ad Adriana Garroni, mentre i documenti e i materiali tratti da Internet sono stati tradotti da Marie-Eve Ciparisse.