1691. York è un'inquieta città di frontiera da poco annessa alla colonia della Massachusetts Bay, dove la legge è esercitata secondo una rigida morale puritana. Primogenita di Mary e Robert Walcott, capo della corporazione commerciale, Susannah è tormentata da un selvaggio bisogno d'indipendenza che la rende insofferente alle autorità e la porta a rifugiarsi negli antichi insegnamenti della sua vecchia nutrice indiana, Nagi, dalla quale ha imparato a scorgere in ogni cosa la profonda armonia del cosmo. Ma proprio il forte legame con la cultura dei nativi costa a Suze l'avversione dei suoi coetanei, che la accusano di essere strana, pericolosa, e per questo la schivano. Tutti tranne uno, il fragile e misterioso Angus Stone, che appare determinato a sfidare qualunque pregiudizio pur di averla. Le cose cambiano quando Robert viene inviato a Boston per presiedere il Congresso coloniale: mentre a York le stelle della ragione cominciano a spegnersi, Rob realizza di trovarsi nel mezzo di una spietata cospirazione tesa a inasprire odio e paura verso i "selvaggi". Il conflitto tra coloni e nativi assume così il valore di uno scontro fra bene e male che coinvolgerà proprio Susannah, ignara custode di un grande segreto. "Si spengono le stelle" è un thriller sulla Nuova Inghilterra di fine Seicento, che indaga uno dei periodi più cupi della storia americana a colpi di incursioni nei temi classici della letteratura fantastica.
Libri Senza Gloria Blog Pop Nerd - 25/07/2018 21:54
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La maniera in cui Matteo Raimondi intercala alle impressioni o ai ricordi dei personaggi alcune parentesi pindariche, virgolettati ironici o lo spezzare graficamente i capoversi, loriginale apostrofare (lo-sguardo-che-uccide) e le esasperanti voci nella testa (laltra-Suzie), ci ricordano molto da vicino quello stile di scrittura alla Stephen King. Forse non è dunque un caso che la storia sia ambientata a York, nel Maine, che oramai anche i profani sanno essere la patria del Re del Terrore.
Non è assolutamente un caso il brutale scherzo che coetanei invidiosi fanno alla povera diciassettenne Susannah, la protagonista del romanzo. Infatti le gettano addosso un catino di escrementi, proprio come i teenager di Chamberlain avevano lanciato un secchio di sangue addosso a Carrie nellomonimo romanzo di King (in entrambi i casi durante una festa). Non è un caso nemmeno la maniera in cui Susannah apostrofi il suo tocco, ovvero il suo shining.
In Spengono le stelle, il Maine è stato ammesso alla Colonia del Massachussets Bay nonostante le incursioni separatiste di alcuni abitanti di York che vorrebbero invece allontanarsi dalla Corona. Per questo la scena si sposta in quella Boston che lUniversità di Harvard sta per trasformare nella città snob con uninflessione linguistica intollerabile per il Calvin Candie (Leonardo Di Caprio) di Django Unchained. E invece, nonostante il papà di Susannah, quel Robert Walcott, onesto contadino e padre di famiglia timorato di Dio, responsabile della Corporazione commerciale e consigliere di York, sia ora diventato ministro del Congresso del Governatore Phips, tutte le colonie inglesi hanno stresso alleanza con le sei nazioni Irochesi per ingaggiare la guerra con la Nuova Francia a sua volta spalleggiata dai selvaggi Abenaki.
Uno squarcio di storia idealisticamente ritratto ne Lultimo dei Mochicani (settanta anni dopo, nel pieno della guerra) ma messo politicamente alla berlina (sia il re sia gli indiani londinesi) nel capolavoro Manituana (circa cento anni dopo) dei Wu Ming. A maggior ragione un titolo come Si spengono le stelle non rende inizialmente giustizia alla minuziosa ricostruzione storica di Raimondi ma forse di più alla capacità suggestiva della sua penna.
Le intercalari indiane, da Aye a Nay passando per una mitica digressione su Mitakuye Oyasin, ci scaldano i cuori soprattutto se siamo amanti della bonelliana saga fumettistica western horror Magico Vento creata da Gianfranco Manfredi e che usava concludere i suoi editoriali con quel Mitakuye Oyasin.
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