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Sorgo rosso

Mo Yan
pubblicato da Einaudi

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Un affresco fiammeggiante di storia cinese, dagli anni Trenta agli anni Settanta, raccontati da un giovane della provincia che ripercorre i drammi, gli amori, i lutti della propria famiglia. Un romanzo che per la sua forza mitica e immaginativa è stato avvicinato a "Cent'anni di solitudine".

Dettagli down

Generi Romanzi e Letterature » Romanzi stranieri

Editore Einaudi

Collana Einaudi tascabili. Scrittori

Formato Tascabile

Pubblicato 19/05/2014

Pagine 476

Lingua Italiano

Isbn o codice id 9788806222154

1 recensioni dei lettori  media voto 5  su  5
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Sorgo rosso renzo.montagnoli1

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voto 5 su 5 Il libro è dato dallunione di 5 romanzi, ognuno suddiviso in capitoli, e per la precisione e completezza intitolati, rispettivamente, Sorgo rosso, Vino di sorgo, Le vie dei cani, Il funerale del sorgo e Pelli di cane. Sebbene non mi piaccia fornire anticipazioni della trama - nel caso specifico piuttosto complessa ricorrendo parecchie volte, forse anche troppe, ai flashback - è tuttavia indispensabile che fornisca alcuni brevi cenni per comprendere di che si tratta. Si parla dellepopea, quasi una saga, di una famiglia di produttori di vino di sorgo in un arco di tempo del secolo scorso che va dal banditismo degli anni Venti alla tremenda invasione giapponese degli anni Trenta e Quaranta per arrivare grosso modo al periodo immediatamente prima della Rivoluzioni culturale. Cè un narratore, che è lultimo discendente di questa famiglia, e che racconta le vicende, vere e proprie gesta, dei suoi nonni e dei suoi genitori. Ogni tanto torna indietro nel tempo, in genere con abilità, cioè senza ingenerare fastidio, ma qualche volta lautore si è lasciato prendere la mano e allora diventa difficile fare i necessari raccordi. Comunque è scritto in modo magnifico, alternando sapientemente, a pagine di notevole violenza, altre in cui la natura provvede a portare in chi legge un profondo senso di serenità. In particolare ho trovato una notevole capacità nel descrivere scene di battaglia, quasi come se davanti ai nostri occhi scorresse un film, ma dove si supera Mo Yan è proprio nella descrizione della natura, tanto che i campi di sorgo rosso che ondeggiano al vento, le acque del fiume che scorrono vicino e i tramonti che paiono pennellate sapienti di un pittore espressionista finiscono con il diventare un palcoscenico atto a smorzare gli orrori dei combattimenti, fanno vibrare il cuore del lettore, che, impietrito dalla follia sanguinaria degli uomini, ritrova il sentiero che lo riconduce a una vita più tranquilla, nella consapevolezza che noi non siamo altro che ignari attori di quella grande commedia che è la vita. Di fronte alle emozioni che lopera può suscitare i piccoli aspetti negativi dati da qualche flashback non raccordato benissimo diventano inezie, tanto è il piacere di immergersi in una narrazione che stupisce e avvince come poche. Forse non è un caso se dallopera è stato tratto un film, con lo stesso titolo, e con la regia di Zhng Yìmóu che si è aggiudicato Lorso doro al Festival di Berlino del 1988, così come non deve stupire che lAccademia delle Scienze di Stoccolma abbia conferito a Mo Yan il Nobel per la letteratura nel 2012. Il mio consiglio è di leggerlo senza fretta, di assaporare pagina per pagina il gusto di unopera che non ne ha forse lambizione, ma che si riallaccia idealmente ai grandi poemi dellantichità, con un tono epico in cui si integra benissimo qualche richiamo al fantastico, tanto che più duno ha ritenuto di accostarla a Centanni di solitudine del colombiano Gabriel Garcia Marquez. Se la Cina può ancora sembrare un paese molto lontano, nonostante da tempo risulti più facilmente accessibile, fa piacere che da esso sia arrivato uno scritto capace di unire gli uomini nel nome della grande letteratura, di quella sempre valida, cioè senza tempo, a dimostrazione che, se tante cose possono dividerci, larte, soprattutto quando è eccelsa come nel caso di Sorgo rosso, è sempre in grado di affratellarci.

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