Matilde ha dodici anni. Non sopporta i guanti spaiati e compie piccoli, bizzarri rituali per addomesticare la realtà, per darle un ordine. È un dicembre torinese, pieno di neve e di ombre. Pochi giorni prima di Natale, il padre di Matilde, il magistrato Giovanni Corrias, è chiamato a indagare sul caso di un bambino morto in circostanze misteriose. Mentre avvia i primi accertamenti e formula le prime ipotesi sua moglie viene investita da un'auto, ed è come se la sorte disegnasse una sua geometrica contemporaneità. Al colpo durissimo il magistrato risponde facendo leva sul senso del dovere e della professione, aggrappandosi alle indagini in corso. Violaine, una giovane poliziotta laureata in psicologia, lo aiuta a ricostruire la sequenza dei fatti. Matilde, intanto, osserva gli adulti e il loro dibattersi alle prese con la fragilità dell'esistenza. Con ostinata tenerezza si domanda in che maniera curare il dolore del padre e delle sorelle, nella convinzione che spetti a lei tentare di aggiustare quello che si è improvvisamente rotto, e alla geometria oscura della morte se ne sovrappone un'altra, luminosa e impalpabile.
L'imprevisto che pone fine ad una vita nel bel mezzo della normalità, della quotidianità, questa è una delle maggiori ansie che affliggono i miei pensieri. Il romanzo scaturisce praticamente da questo, l'imprevisto che sconvolge le vite dei protagonisti.
Bello il continuo scambio del punto di vista, dellavvicendarsi del narratore della storia, che rende lidea di come le stesse cose vengano vissute diversamente a seconda di chi le vive.
E' un libro discontinuo, profondo solo a sprazzi, capace di toccare momenti di perfezione ma anche periodi di stanca, di approssimazione...sembra quasi una bozza che debba essere rivista e corretta in modo da essere resa uniformemente valida.
Dopo un'ottima partenza il racconto si siede, perde forza, diventa annacquato. I personaggi promettono ma non mantengono, manca unanalisi profonda e accurata che intravediamo soltanto.
Ci sono tutte le premesse per un grande romanzo ma rimangono lì, peccato, un vero peccato.
Citazioni:
"E comunque il pensiero dell'arbitraria benevolenza di Dio e della sua cieca disinvoltura con cui distribuiva casualmente i suoi miracoli era intollerabile."
" Lei deve sempre appiccicare una coda alle cose che dice, non sa fermarsi quando sono solo gentili."
Monica Spicciani - 20/05/2013 17:01