Un romanzo a sfondo autobiografico costituito da una serie di racconti e di lettere apparentemente disorganiche e dispersive, ma in realtà aderenti a un piano unitario: si tratta infatti di un ripiegamento introspettivo dell'autore in se stesso, nell'intento di porre degli interrogativi, che per lo più rimangono senza risposta, sul senso dell'essere, sul problema morale e del male.
La struttura del libro è complessa ma la stesura è semplice. La brevità di frasi, di episodi e di capitoli favorisce una lettura veloce e piacevole. Gustafsson, in ''Storia con cane'', evita pensieri troppo articolati o eccessivamente artificiosi; egli è per un ritmo incalzante e repentino che rende il testo un thriller avvincente e per nulla scontato. Soggetto privilegiato dall' io narrativo è la nostra epoca e la presenza del male in seno ad essa. Si parla del ''negativo'' colto nelle sue molteplici e quotidiane sfaccettature. Apparentemente privi di logica consequenziale, i vari avvenimenti sono raccontati dall' Autore con una costante introspezione che diviene il vero filo conduttore del romanzo, portandoci ad un confronto provocatorio con la negatività dell' esistenza. Si hanno in questo modo riflessioni attente ed interessanti su argomenti che sono cari allo scrittore: clima favorevole ed avverso, amicizia sincera e falsa, alimentazione buona e cattiva, salute e malattia, sessualità vissuta e sofferta, fede percepita ed ignorata. Questi temi, grazie alla loro grande attualità, divengono meditazione sicuramente proficua per ogni lettore, che da Gustafsson è garbatamente interrogato sul senso della vita.
cigna 17 - 22/09/2006 20:31