DAL LIBRO: La rivoluzione francese è, dal punto di vista della spiritualità cristiana in evoluzione, una uraganica esplosione di religio irreligiosa. Anche la irreligiosità assume a volte forme demoniche, vale a dire pseudoreligiose, con tutto l'apparato di quella grandiosità e di quella prodigiosa pompa esteriore, che già San Paolo diceva essere nell'armamentario di Satana.
Con la sua sagacia valutativa, il Tocqueville aveva già intravvisto questo. Egli ha scritto infatti: «La rivoluzione francese è una rivoluzione politica, che ha operato con i modi, e in qualche cosa ha preso l'aspetto, di una rivoluzione religiosa. Guardate attraverso quali segni particolari e caratteristici giunge a rassomigliarvi completamente: non soltanto si diffonde lontano come quelle, ma come esse penetra con la predicazione e la propaganda. Una rivoluzione politica che ispira il proselitismo ed è predicata tanto ardentemente agli stranieri quanto appassionatamente è attuata in patria, è davvero uno spettacolo nuovo. Fra tutte le cose sconosciute che la rivoluzione francese ha mostrato al mondo, questa è certamente la piú nuova... Le antiche religioni pagane, che erano tutte piú o meno legate alla costituzione politica o alle istituzioni sociali di ogni popolo e conservavano fin nei loro dogmi una certa fisionomia nazionale e spesso municipale, si sono ordinariamente circoscritte nei limiti di un territorio, dal quale non uscirono. Qualche volta produssero l'intolleranza e la persecuzione, ma il proselitismo fu loro quasi intieramente sconosciuto. Cosí non vi furono grandi rivoluzioni religiose nel nostro Occidente, prima dell'avvento del cristianesimo. Passando facilmente attraverso le barriere che avevano arrestato le religioni pagane, esso conquistò in poco tempo gran parte del genere umano.