Antonio Russo sceglie di dare liberamente ascolto ed espressione alla voce interiore scrivendo una sorta di manuale di sopravvivenza per restare professori e non mollare, proprio perché per molti l'essere insegnante è una vocazione e non un semplice lavoro. L'approccio originale sta anche nello scegliere di non pontificare e fare ragionamenti mentali con la stesura di un trattato, ma consiste nel narrare storie, vere e in medias res, nate dalla quotidianità. Allo stesso tempo, poi, quest'opera è rivolta a tutti e non solo agli addetti ai lavori, laddove non bisogna certo dimenticare che ogni professore è necessariamente anche un educatore, ma che la didattica non può assolutamente essere emarginata. Il telos del libro è quello di far capire come la scuola sia una grande opportunità di crescita sia individuale che universale.