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Succulente - Luisa Ervas - Fulvio Ervas
Succulente - Luisa Ervas - Fulvio Ervas

Succulente

Luisa Ervas - Fulvio Ervas
pubblicato da Marcos y Marcos

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A Lisbona, in una serra umida e verdissima, una donna scivola sul muschio viscido di un gradino, batte la testa e muore. L'indomani il direttore della serra viene trovato a pancia in giù nel laghetto delle tartarughe. Britto Mendes, medico delle piante, si aggira inquieto per le calli, oppresso dal mistero di queste morti improvvise, sognando Amalia, capace di scacciare i tarli della mente. Amalia è fuggita da lui, fuggita da Lisbona. Trova lavoro in riva all'oceano, nella Laguna di Aveiro, e incontra Estrela, in fuga come lei. Insieme, disegnano sulla sabbia, aspettano che l'acqua dissolva ogni cosa, anche le loro ansie, aprendole alle meraviglie di un futuro possibile. A Fatima, intanto, serpentoni di pellegrini chiedono grazia alla Senhora. Humberto, fedele factotum di padre Viseu, rimpiazza candele e rincuora malati. Si presta a intercedere presso la Senhora per ottenere grazie di ogni tipo, finché una donna gli chiederà l'impossibile: far morire un uomo, Manuelito, per liberarlo da una malattia senza speranza. Manuelito è a Lisbona, nella penombra di una stanza. Humberto decide di incontrarlo. Per vie misteriose, nel suo inquieto girovagare, anche Britto Mendes giunge al suo capezzale. Come una pianta, come l'oceano, Manuelito, essere umano reietto, malato dalla nascita, aiuta tutti a guardare più in là. "Succulente" è un romanzo circolare, una spirale delicata tra le calli di Lisbona e le spiagge del Portogallo, che avvolge a ritmo di fado e sorprende con un finale inaspettato.

Dettagli down

Generi Romanzi e Letterature » Romanzi italiani

Editore Marcos Y Marcos

Collana Gli alianti

Formato Brossura

Pubblicato 27/09/2007

Pagine 235

Lingua Italiano

Isbn o codice id 9788871684765

1 recensioni dei lettori  media voto 5  su  5
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Succulente raygrant82

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voto 5 su 5 Si ha voglia di un libro così. O meglio, si vorrebbe una vita come quelle descritte in Succulente, lultimo libro di Luisa e Fulvio Ervas. Si aprono finestre sulle esistenze ventose di una miriade di personaggi, persone qualsiasi a prima vista, nella Lisbona contemporanea, avvolta però da unatmosfera di magica stasi, come forse nessuna città moderna lo è. Britto Mendes rappresenta la chiave di volta di tutto il romanzo, splendidamente intessuto tra ricordi, pensieri, desideri mai espressi ad alta voce, credenze. È un medico delle piante che lavora alle Estufas, le serre di Lisbona, e per il suo animo in continuo divenire ci vuole poco per passare dalla quiete e pacata vita delle piante grasse (le succulente, appunto) alla frenetica ricerca dellassassino che ha compiuto vari delitti proprio allinterno delle serre. Britto ripercorrerà la vita degli altri impiegati e ogni volta ci pare di cogliere lindizio che potrebbe far identificare il criminale, eppure ogni volta cè qualcosa che sfugge Cè la sua amata Amalia, che inspiegabilmente si dedica a riti magici per far tornare un amore perduto. Cè la signora Luzia, che si reca in pellegrinaggio a Fatima per chiedere a Humberto di intercedere presso la Senhora affinché liberi suo figlio Manuelito dal fardello del suo corpo malato. E cè un angelo, forse, che Britto incontra a Cabo da Roca I frammenti di vita descritti in Succulente hanno, di volta in volta, come sfondo, le calli di Lisbona, le spiagge infinite, le azzurre distese delloceano, rischiarati dalla luce del sole o dalla luce dei ricordi e delle sensazioni provenienti dal passato. La costruzione perfettamente circolare della storia ci permette, alla fine, di trovare le risposte alle domande che, durante la lettura, inevitabilmente sono comparse. E trovano una spiegazione i gesti dei protagonisti, i sospiri, le loro sofferenze, perfino i battiti irregolari dei loro cuori. In un crescendo, che raggiunge il suo acme nel finale inaspettato, il romanzo dei fratelli Ervas è capace di trasmettere quel senso di pace che ci coglie quando sappiamo di aver sistemato tutte le cose, dopo aver a lungo penato per poter trovare tutti i tasselli mancanti. Non possiamo fare a meno, però, di essere colti da una lieve malinconia, quando, pur avendo sistemato tutto, ci rendiamo conto che mancherà sempre qualcosa ed è a quel qualcosa che dobbiamo dire Boa viagem.

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