La Parigi di fine Ottocento è meravigliosamente scandalosa: tra ombrellini e passeggiate al parco, si discute della mostruosità di quei selvaggi impressionisti, delle scoperte di una certa Madame Curie, delle piccanti avventure delle celebrità del momento. Solo al Petit Moulin Rouge si parla d'altro: Auguste Escoffier, lo chef che ha inventato il ristorante più chic della città, sta per sposarsi. Si mormora che il suo non sia un matrimonio come tutti gli altri, perché, invece di conquistare la futura moglie, l'ha vinta al gioco. Lei è Delphine, giovane poetessa dallo spirito libero, che incontra il marito per la prima volta il giorno delle nozze. "E troppo piccolo, quasi un bambino", pensa Delphine incrociando i grandi occhi azzurri di lui, senza immaginare che cosa l'aspetti. Finché, la sera, invece di portarla in camera da letto, Escoffier la conduce nella cucina del suo restaurant. Tra il nitore abbagliante degli utensili, i profumi e gli aromi delle spezie, le parole suadenti di Auguste suonano come poesia, mentre crea un piatto squisito tutto per lei. Delphine quella notte conosce la sensualità, la passione e l'ebbrezza che un gesto d'amore può dare. Da quel momento è perduta. Perché il piccolo uomo che l'ha fatta innamorare incarna genio e sregolatezza, follia e creazione, desiderio e ambizione, arte e libertà. Legarlo è impossibile, perderlo impensabile. Tartufi bianchi in inverno è il romanzo di una vita imperfetta, geniale, appassionata.
La nostra recensione
Il pioniere della ristorazione moderna, Auguste Escoffier, fu tra i protagonisti della Belle époque , e contribuì con le sue creazioni gastronomiche a diffondere il gusto della raffinatezza e della sensualità che la contraddistinse. Raffinato e voluttuoso è anche il linguaggio con cui la Kelby ripercorre nel suo affascinante romanzo la vita di colui che fu chiamato le roides chefs et le chef desrois.
In un articolato flash back che parte dalla villa di Montecarlo dove Escoffier si stabilì a fine carriera, raggiungendo la moglie Delphine da cui era vissuto quasi sempre lontano, si alternano i ricordi di lui e di lei. Lui trascrive le sue ricette più celebri, nate al Savoy o al Ritz, come la Pesca Melba dedicata alla celebre cantante, o quelle ideate per il suo grande amore, la divina Sarah Bernhardt; Delphine, ancora gelosa, vorrebbe finalmente un piatto che porti il suo nome, ma soltanto la fantasia della Kelby potrà concederglielo.
Daniela Pizzagalli