Dimenticato per anni in un fatiscente manicomio giudiziario, il protagonista/narratore ritrova inaspettatamente la libertà e tenta di sopravvivere nella Barcellona postolimpica, dove le illusioni della 'transizione' si sono spente nella corruzione generale. Ieri finto pazzo e ora improvvisato parrucchiere (il cognato, troppo assiduo dei locali gay per accudire la clientela, gli affida il proprio negozio), l'(anti)eroe cerca di guadagnarsi il pane quotidiano e il rispetto del vicinato, alla larga dai guai. Ma l'irruzione nella sua vita di una seducente bionda cambia tutto e si trova costretto a fare l'investigatore per scoprire le ragioni di un omicidio. Con l'aiuto fraterno di un folcloristico autista nero, il parrucchiere sbroglia la matassa di situazioni grottesche in cui due ragazze con lo stesso nome (Yvette) inseguono finalità opposte, un politico corrotto e svanito offre amicizia in cambio di voti, un avvocato idiota e disonesto perdona alla moglie i peggiori tradimenti e un paralitico assassino si mette a camminare.
MI piacerebbe se in Italia avessimo uno scrittore come lui.
L'umorismo non è quello della tv. Non è la battuta solo su come si vive oggi, e su come parliamo, sulle differenze nord-sud. No.
L'umorismo è anche no-sense, situazioni assurde, sillogismi che non stanno in piedi.
Mendoza per me è stata una rivelazione.
E credo che tutti, proprio tutti, almeno una volta debbano aver letto un suo libro.
ritaraimondo3 - 10/10/2013 20:02