Una ragazza tenace e sfortunata, figlia della povertà dei campi, vittima dell'uomo e dell'età industriale: è Tess dei d'Urberville, protagonista di uno dei capolavori del romanzo vittoriano. La tranquilla contea inglese del Wessex, antica denominazione anglosassone del Dorset, è teatro di sordide vicende e di soprusi: l'ingenua Tess, ultima rappresentante di una nobile famiglia decaduta, viene sedotta e abbandonata in giovane età, costretta a seppellire un figlio nato malato, battezzato da lei stessa con il significativo nome di Dolore. Condannata come "donna perduta" dall'opinione comune, non si arrende alla propria condizione: cerca il riscatto attraverso il lavoro e il matrimonio con Angel Clare, figlio di un pastore evangelico, turbato dal passato tormentato della moglie. In un crescendo di vicende drammatiche, Tess troverà riposo solo all'ombra dell'antico tempio pagano di Stonehenge, come una vera vittima sacrificale dei tempi moderni. Introduzione di Pietro Citati.
Sullo sfondo bucolico del Wessex, presso il villaggio di Marlott, tra una successione di vicende drammatiche prende inizio e si consuma lesistenza di Tess Durbeyfield. Una ragazza appartenente allultimo ramo di una nobile famiglia normanna ma nata e cresciuta sotto gli stenti della povertà. Avviata al lavoro già da piccola, per contribuire al sostentamento della casa e sopperire alla mancanza di volontà di un padre poco responsabile, Tess intraprende le sue prime esperienze relegata ad un mondo agricolo faticoso, costantemente a contatto con la terra e con gli uomini che insieme a lei se ne prendono cura. Alla fattoria di Talbothays, dove si occupa della mungitura delle mucche in una dimensione solare ed idilliaca, si innamora di Angel Clare, figlio di un pastore protestante, iniziando così un apprendistato sentimentale irto di spine. Tess deve, infatti, fare i conti con un passato difficile che si affaccia di continuo alla sua memoria e che finisce per compromettere il resto della sua vita e delle sue relazioni. Non riuscendo a nascondere ad Angel, ormai suo marito, di essere stata sedotta e abbandonata in giovane età, confessa il proprio segreto accettando qualsiasi conseguenza della sua rivelazione. In qualità di personaggio ingenuo e fragile, la protagonista di questo romanzo non è altro che il simbolo di una parte del mondo, del fato avverso e della difficoltà di vivere. Una vittima degli uomini, delletà industriale, del deleterio moralismo religioso esercitato con troppa intransigenza nei confronti della sua reputazione di donna, vittima soprattutto di genitori che lavevano indotta a fare delle scelte azzardate senza metterla in guardia da probabili imprevisti. Oltre ad essere un piccolo capolavoro della letteratura vittoriana, Tess Dei DUrberville potrebbe rappresentare, agli occhi del lettore, un immaginario innamoramento artistico tra scrittura e arte figurativa. Lo stile di Thomas Hardy, nel descrivere il lavoro nei campi e la malinconica atmosfera dei paesaggi inglesi, ricorda il realismo rurale che emerge dalle meravigliose tele di Dupré e Breton. Un gioco di reciproci rimandi tra eventi e scene contadine che si riflettono dal libro allopera pittorica e viceversa. La natura che si esprime tra la campagna, il bosco e la brughiera, con il suo clima prima mite e poi avverso, rappresenta quasi uno stato danimo, un bellissimo co-protagonista allinterno del romanzo. Limmagine di Tess si accorda perfettamente con gli elementi in mezzo a cui si muove, la sua figura flessuosa e furtiva diventa parte insostituibile della scena, e i processi di questa natura che le ruota intorno partecipano alla sua stessa storia. Come un vento improvviso sembrerebbe lespressione di un amaro rimprovero, così la luce dorata delle tarde ore pomeridiane appare come un dono di conforto.
Gennaro Truglio - 06/06/2015 19:44