Dungatar è una cittadina di provincia come tante altre, tranne che per un dettaglio: le donne di Dungatar si vestono come modelle di Parigi. Un giorno in città arriva la bella ed esotica Tilly, ritornata a casa dall'Europa per assistere la madre malata. Da vent'anni Tilly se n'è andata e sulla sua repentina partenza è calato un velo di disapprovazione e silenzio. Ora ha fatto ritorno, guardata con malizia e sospetto dagli abitanti molto perbene che vedono nella sua eccentricità estrosa una minaccia. Ma Tilly possiede un talento: è una stilista sorprendente. Con cautela nelle case iniziano a circolare voci sui meravigliosi abiti che confeziona e tra gli ammiratori c'è perfino il capo della polizia, lui stesso sarto provetto. Tilly inizia così a guadagnarsi vestito dopo vestito la fiducia della città e tutto sembra mettersi al meglio. Ma dal passato un segreto è pronto a riaffiorare, e proprio quando Tilly si innamora le cose cominciano ad andare terribilmente male...
La nostra recensione
In contemporanea con l'uscita del film, sbarca in libreria per Mondadori The Dressmaker, il libro di Rosalie Ham da cui è stata tratta la pellicola: una commedia venata di dark humour, caratterizzata dalla precisione nel descrivere stoffe, colori, lavorazioni e dal sarcasmo nel dipingere la commedia (dis)umana di un’ipocrita cittadina sospesa tra Edward Mani di Forbice e Desperate Housewives. Come in uno Chocolat dal retrogusto decisamente amaro, tra la protagonista Tilly e gli abitanti di Dungatar si stabilisce un rapporto ambiguo, segnato dalla fascinazione non meno che dal sospetto. L’estro talentuoso delle sue creazioni, infatti, suscita disappunto e al tempo stesso meraviglia nelle impettite signore e signorine di Dungatar, che a poco a poco fanno a gara per disfarsi di anonimi blusoni beige e scialbi stampati a fiorami in cambio di esotismi “peccaminosi” come bustini scollatissimi, occhiali cat-eye, boa di piume e guanti lunghi fino al gomito. Pace fatta, dunque, in nome dell’haute couture che ha il potere di trasformare qualsiasi donna (e non solo…) in una diva, anche in mezzo all’outback australiano, tra sterpaglie, praterie riarse e case con le tettoie di lamiera? Non proprio. Perché c’è chi, spinto dall’invidia, cerca di inchiodare Tilly al ricordo di un episodio fatale su cui lei stessa, volente o nolente, dovrà gettare luce. Per scoprire cosa sia veramente accaduto e liberarsi una volta per sempre da quel marchio d’infamia. Gotico nell’intreccio talora estremo di amore e dramma, tragico nell’inesorabile progressione verso un culmine quasi shakespeariano, The Dressmaker è realistico, a modo suo, nel raccontare, come ha sottolineato un critico del Boston Globe, “il buio dei nostri cuori e le luci tremolanti che cercano di rischiararlo”.