L’album “The Arch” rappresenta non solo l’ultimo album realizzato dal geniale musicista e produttore Hector Zazou, ma anche il suo ideale lascito musicale. Un progetto ambizioso e totalizzante che ha al suo centro le voci del gruppo bulgaro Eva Quartet. Stimolato da queste voci Zazou ha dato vita ad un album eclettico a cui hanno partecipato una grande varietà di artisti tra cui: Laurie Anderson; Sofia String Quartet; Bollywood String Orchestra; Roberto Cechetto; Cecilia Chailly; Diego Amador; Robert Fripp; Bill Frisell; Djiavan Gasparian; Nils Petter Molvær; Carlos Nunez; Ryuichi Sakamoto; Daniel Spassov. Con queste parole il co-produttore Dimiter Panev ricorda la nascita e le’voluzione di questo disco: «Quando Hector arrivò a Sofia per la prima volta, avevamo già scambiato innumerevoli e-mail e, anche se non ci eravamo mai incontrati prima, ci sembrava di conscerci da sempre. Ci stringemmo la mano e andammo direttamente in studio. L'idea alla base del progetto era semplice: una raffinata e delicata fusione di voci bulgare e elettronica. Ora che l'album è stato completato, con una chiarezza del suono cristallina e una profonda vitalità, è incredibile cosa sia scaturito dalla nostra semplice idea originale. Col passare del tempo, ogni registrazione ha acquisito una forma nuova e diversa, illuminata da una luce sempre più insolita. La tecnica era essenzialmente molto semplice, ma proprio per questo estremamente impegnativa. I musicisti hanno dovuto reagire assolutamente istintivamente, usando i propri sensi primordiali. A nessuno di loro è stata data alcuna registrazione in anticipo. Superando tutte le nostre aspettative, "The Arco" è diventato una cattedrale della musica, le cui arcate sono ponti che collegano i tempi e le tradizioni verso l'infinito. I dipinti su questi archi non sono storie, ma i viaggi nelle profondità di idee e sentimenti umani. Viaggi della fantasia, che rivelano nuovi percorsi dei nostri sogni. Con la morte di Hector abbiamo perso non solo un grande artista, ma anche un buon amico. "The Arch" è il suo messaggio per l'infinito.»