Tommaso d'Aquino è un pensatore straordinariamente presente nella cultura occidentale contemporanea. Eppure la teologia del Novecento lo ha messo da parte, perché? E perché in questo libro si annuncia che Tommaso tornerà dopo il duemila ad essere la guida del pensiero cristiano? antonio Livi, avendo preso in esame il clima culturale della filosofia cristiana dalle origini a Dante, racconta la vita di Tommaso, un ribelle che ama la povertà, lo studio ed il dialogo con l'Islam, aprendo la Scolastica alla filosofia pagana di aristotele e superando la tradizione platonico-agostiniana. Dopo aver presentato un quadro rigoroso e affascinante della "sintesi aperta" di tommaso, Livi discute le condanne, le approvazioni e le polemiche che essa ha incontrato nel corso della storia, parallelamente al proliferare di veri e falsi tomismi. E, siccome intende rivolgersi ad un pubblico più vasto, l'autore ricorre volentieri allo stile narrativo e alla polemica garbata; il suo linguaggio è piano e discorsivo, e per maggior chiarezza fornisce un glossario di termini tomistici in appendice al volume. Dopo un Novecento che ha pensato per non credere, il Duemila appare incline a credere pensando. Perciò ritrova Tommaso, come questo libro dimostra in dialogo con Heidegger, il pensiero debole e la filosofia analitica.