Bartolomeo Zoldan ha sempre avuto un crudele senso dell'umorismo. Approfittando del castello di Boscolungo, una sua proprietà sull'appennino tosco-emiliano, ha deciso che perfino da morto può giocare un tiro mancino ai propri eredi: costringerli a partecipare a una sorta di caccia al tesoro per aggiudicarsi il pacchetto di maggioranza della Zoldan S.p.A. Dovranno restare in totale isolamento (nessuna comunicazione con l'esterno, nessuna connessione, nessuna auto a disposizione) nel castello e seguire le tracce basate sui versi immortali di Giacomo Leopardi. Un figlio scapestrato, la vedova del primogenito di Bartolomeo, un figlio illegittimo e la giovane segretaria che il magnate ha sposato segretamente saranno costretti ad allearsi, diffidare, tendersi reciproci trabocchetti per cercare di interpretare tutti gli enigmi e raggiungere il tesoro. Nessuno di loro immagina che il gioco possa diventare qualcosa di ben più pericoloso. E che la posta in gioco possa essere la vita.
Abbiamo una fortunatissima eredità, quattro personaggi disposti a tutto per poterne beneficiare e un filo rosso caratterizzato dai versi del magnifico e illustre Giacomo Leopardi. Non male, direte voi. Peccato che la caccia al tesoro di cui vi abbiamo accennato nel paragrafo precedente si riveli ben presto una prova mortale, un cappio che si stringe pagina dopo pagine attorno al collo dei nostri protagonisti.
Questo in virtù del fatto che alla prova dei fatti, entro dinamiche che costringono luomo a non avere appigli per costruire il proprio artificio di maschere sociali, ognuno di noi si svela per quello che è realmente. Ecco dunque invidia, gelosia, rabbia, ma soprattutto avidità, vizi capitali nei quali la caduta è molto più facile di quanto la nostra parte conscia voglia farci credere. E la scrittura di Laura Costantini e Loredana Falcone, in tal senso, ha fatto un lavoro encomiabile. I dialoghi sono brillanti, arguti, non una virgola fuori posto. Le parole hanno un peso e questa sensazione dequilibrio e progressione, vi garantiamo, labbiamo percepita dalla prima allultima riga. È un crescendo, un concerto che parte fingendo dessere una composizione tradizionale ma che svela le sue carte a mano a mano che la musica evolve, singolfa come il vento che gonfia le onde del mare.
Assolutamente un libro davere!
Cristina Comtessenoir - 29/04/2023 15:15